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Alberto Biraghi
Commedia all'itagliana

Ecco la farsa andata in onda il primo di giugno sulle pagine del maggior quotidiano italiano. Gli attori: la giornalista, il grande quotidiano, il politico, i lettori. Prima leggiamo, attentamente. Poi domandiamoci chi di loro merita di essere salvato e chi merita di essere condannato per ignavia, malafede, inadeguatezza, ipocrisia.
Dall'intervista di Monica Guerzoni a Ciriaco De Mita, pubblicata sul Corriere dell'1 giugno 2005
Se prima di fare un soggetto unico serve mettere in comune le idee, perché, chiede Scalfari, stava nella Dc con Pomicino e Forlani? E perché sta col post-radicale Rutelli?
«Similitudini che ci inducono alla cautela. Se è stato difficile guidare un partito con quel patrimonio di ideali, avventurarsi dentro un contesto senza riferimenti sarebbe irresponsabile».
É ancora fermo a quando Buttiglione le disse l'abbraccio di Scalfari uccide?
«Questo mi pare esagerato, se dovessi scoprire un limite in alcune riflessioni è la certezza che la propria opinione sia l'orizzonte ultimo. Perché non ragioniamo con semplicità?».
E se alla fine l' Ulivetto lo fanno davvero?
«La Bibbia insegna che le tenebre non sono mai così dense come prima che sorga il sole, ma qui c' è solo buio».
Traduzione?
«Chi minaccia richiama la preoccupazione dell' inconcludenza, più che l' indicazione di un alto orizzonte».
Riassumiamo i personaggi della Commedia all'itagliana e i loro ruoli nella nostra vita.
- La giornalista: Monica Guerzoni, conforme all'andazzo dei suoi colleghi italiani, quasi nessuno escluso, ha due preoccupazioni primarie: riuscire simpatica al politico e mettergli a disposizione una vetrina per fare il suo show. Obiettivo ovvio: far carriera.
- Il grande quotidiano: il Corriere della Sera da tempo, come sempre, si barcamena, dice e non dice, mantiene salda la sua posizione terzista del corpo dell'informazione, imbellettandola con qualche firma d'opinione per darsi una facciata di imparzialità. In realtà è corrivo con i tuuti poteri: forti, palesi e occulti, nessuno escluso, purché sia un potere. E viste le vicende di questi giorni, lo diventerà sempre di più.
- Il politico: Ciriaco De Mita, uno dei pochi superstiti della "prima Repubblica", riuscito a non farsi mai cogliere con le mani nel sacco, intorbida la politica con i suoi arzigogoli che offuscano le menti "normali". Le tre risposte a domande idiote o incomprensibili hanno vari piani di lettura. Cogliamone i due importanti: quello rivolto al lettore (dai retta a me, non fidarti del "nuovo", è peggio del "vecchio") e uno ai suoi simili (ho molto più potere di quanto crediate, state accorti, fatemi girare le palle e vi massacro).
- Il lettore: che acquista il Corriere, che legge De Mita, Romano, panebianco, Della Loggia. Che ascolta le evoluzioni tecnocratiche di Padoa Schioppa e di tutti quelli che giocano con il destino delle persone come fossero un Risiko-Monopoli, spostando carriarmati, comprando e vendendo casette, disponendo di confini e civiltà come fossero soldatini. Che ancora riesce a dare fiducia a chi non lo considera "una persona", ma "la gente".
Verdetto?