Fabrizio Quattrocchi, i «contractor» e la trama oscura delle «spa paramilitari»
di Anna Tarquini / Roma
BISOGNAVA CAPIRE chi era veramente Fabrizio Quattrocchi e perché fosse stato ingaggiato da una società «fantasma» come
body guard per proteggere gli obiettivi sensibili in Iraq. Si doveva stabilire soprattutto se in Italia si era formata una rete di sedicenti agenzie di sicurezza in violazione dell’articolo 288 del codice penale che prevede il reato di arruolamento non autorizzato al servizio di uno Stato estero. È partita da qui l’indagine della Procura di Genova che ha portato a scoprire una polizia parallela per «la lotta al terrorismo». Dagli strani scenari che si erano aperti con il rapimento dei quattro «agenti privati» in Iraq e che si concluse con la morte di Quattrocchi. Nasce da una costola di quella indagine che tutt’oggi è ancora aperta (con due filoni paralleli seguiti dalla procura di Bari e da quella di Roma) e che ha tre nomi iscritti sul registro degli indagati: Paolo Simeone, Valeria Castellani e Davide Giordano.
L’inchiesta inizia dunque pochi giorni dopo il 12 aprile del 2004, giorno del rapimento di Salvatore Stefio, Maurizio Agliana, Umberto Cupertino e Fabrizio Quattrocchi. Inizia dalla Presidium, la società di sicurezza privata diretta da Stefio con sede legale a Bari e dalla Ibsa security, la società di Giorgio Gobbi con sede a Genova per la quale lavorava Quattrocchi. Quando i quattro body guard vengono rapiti in Iraq nessuno in Italia sospetta che si sia organizzata una rete di guardie private formata soprattutto da ex militari o ex poliziotti o ex parà che, dietro lauti compensi, vengono ingaggiati nei paesi in guerra. Bari apre subito un’inchiesta, Genova segue di poco. Ad attirare l’attenzione è proprio il sito della Presidium, sede «inesistente» alle Seychelles, succursali «fantasma» a Olbia e Bari e soprattutto uno statuto che dice: operatori della «sicurezza, difesa, protezione del business e gestione di crisi in aree a medio e alto rischio». Offre insomma «servizi militari e paramilitari». Della Presidium fanno parte Stefio, Agliana e Cupertino. Quattrocchi no, Quattrocchi era di Genova e aveva conosciuto gli altri tre a Baghdad, pochi giorni prima del rapimento. Quattrocchi lavorava per la Ibsa di Gobbi ed era partito per l’Iraq ai primi di marzo. Le indagini riescono ad accertare come e perché Quattrocchi era stato arruolato. Tramite una e-mail arrivata all’agenzia di sicurezza genovese dalla Dts security, altra società con sede «fittizia» in Nevada. A capo della Dts - costituitasi appena pochi mesi prima - è una vecchia conoscenza dell’ambiente. Si tratta di Paolo Simeone, genovese, ex marò, ex sminatore, ex volontario in Angola. Sempre a capo della Dts c’è Valeria Castellani, la sua donna. I due mandano una e-mail alla Ibsa che la gira a Quattrocchi. Si tratta di andare qualche mese in Iraq, in missione, l’agenzia - dice il messaggio - provvederà a fornire armi. Il riserbo è assoluto, tanto che anche i parenti di Quattrocchi non ne vengono informati. Per loro Fabrizio è in Kosovo. Ma quale era il loro vero ruolo? In Iraq - dice la procura di Genova - questi uomini si mettono al servizio per la tutela e la sicurezza del personale indicato dai vari ministeri. Il sospetto è, naturalmente, che invece siano delle vere e proprie milizie private autorizzate a sparare e a compiere vere e proprie azioni militari in aperta violazione dell’articolo 288. L’inchiesta di Genova, questa costola dell’inchiesta, però si ferma qui. A un’ipotesi e tre indagati. Non così quella di Bari che incassa, agli atti, una testimonianza chiave. È quella di Paolo Casti, reclutato da Simeone. «Sul posto - dice Casti - incontrai Quattrocchi e Meli. Simeone doveva reclutare 11 persone. Siamo stati armati di pistola e mitraglietta, avevamo il potere di fermare e controllare le persone e, in caso di necessità, aprire il fuoco. Avevamo l’avallo delle forze di coalizione».
Poca sorpresa ma soddisfazione per l'articolo... ma non capisco che c'entra il simpatico e intellettualmente molto onesto appunto autografo di gelli. Cosa mi sfugge?
E' una dedica a gaetano saya, che per l'appunto è per ora uno dei due presunti inventori della rete di "polizia parallela", e massone anch'egli (nonchè fondatore di "destra nazionale").
ah, grazie... ma nell'articolo non c'era. Dove recupero qualche informazione in più (a parte google)?
Vero, nell'articolo in effetti non c'è.
Non so aiutarti molto, l'Unità e Indymedia ne dicono qualcosa. Ma fino a ieri non se ne sapeva nulla, e per questo dubito che si possa trovare granchè, per ora
potreste fare una cosa assurda
tipo andare in edicola e comprare un quotidiano
sta su tutte le prime pagine
Secondo te come l'ho saputo?
dai quotidiani?
comunque questi sono la consueta manica di cialtroni.
andavano in giro con le palette finte e pietivano posti macchina nei dintorni dei loro affarucci.
un sottobosco all'andrea insabato
Beh, certo, quotidiani e notiziari.
Solo che cercavo qualche "libero" approfondimento.
Comunque in effetti pare che inizialmente sia stata un po' sopravvalutata la vicenda, io già pensavo a una gladio2, invece sembra che anche le inquietanti coperture ("antiterrorismo" etc.) fossero allo scopo di fare soldi e stop (con la solita scontata collaborativa corruzione di alcuni funzionari di P.S.).
Sai...? Io inizialmente avevo quasi "sperato" (se capisci cosa intendo) in un qualcosa di politicamente più ramificato, qualcosa che coinvolgesse (ovviamente, visto che era una mia immaginazione me la gestisco io!) alcuni politici di mio (s)gradimento e soprattutto affossasse coloro che propugnano la "guerra al terrorismo" e di conseguenza le loro tesi e i loro allarmismi. Ohibò
guardate che periodicamente scappano fuori questi strambi gruppi paralleli, non e' la prima volta.
la messa alla berlina di questi qua credo venga dal fatto che la cia, i servizi o chi per loro vogliano liberarsi del vecchiume massonico-fascista visto che ora quel che conta e' il capitale.
d'accordo con berja
noto però che ieri in redazione alcuni biechi personaggi si fregavano le mani soddisfatti/e, sibilando la certezza ("ancora non si può dire")che nell'affaire fossero coinvolte altre strutture itagliane in iraq, e soprattutto persone. tipo alcune donne rapite.
e' una cazzata rotafixa, deriva dal fatto che la castellani ha lavorato per un certo periodo per "un ponte per..." per darsi una copertura.
comunque tutto questo mondo che gira intorno ai servizi segreti e' veramente un universo incredibile, massoni, fascisti, ex-para', buttafuori, poliziotti e carabinieri, giornalisti compoiacenti; la cosa che mi fa piu' paura e che mi fa montare lo sdegno e' che si dichiarano tutti grandi amici di israele...
lo so che è una cazzata.
la cosa brutta è vedere certa soddisfazione nel buttare giù dal piedistallo due ragazze, e anzi augurarselo.
http://www.repubblica.it/2005/g/sezioni/cronaca/polipala/altiufficiali/altiufficiali.html
Intanto, ieri, poche ore dopo che il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu aveva annunciato "l'immediato avvio del procedimento di sospensione cautelare dei tre agenti di polizia coinvolti nelle attività truffaldine del sedicente Dssa", l'avvocato Carlo Taormina ha fatto pesanti insinuazioni. Il parlamentare di Forza Italia sostiene che il Dssa dovrebbe "essere ringraziato per essersi fatto carico del dilagante tessuto terroristico che occupa il territorio nazionale. La struttura che faceva capo a Saya forniva ai ministeri dell'Interno e della Difesa, al Sismi, al Sisde e alla Digos informazioni attraverso atti formali. Non è credibile, perciò, che fosse estranea alle istituzioni dello Stato e che agisse contro di esso. È probabile che il Dssa conosca la verità sull'uccisione di Nicola Calipari e sulle ragioni per le quali si salvò Giuliana Sgrena".
Stanno dando loro fin troppo risalto, francamente mi sa di un servizio segreto all'amatriciana, con buontemponi che giocano a fare gli sbirri; mi sembra più che altro una truffa alla napoletana per fottere un pò di soldi agli americani, approfittando del clima da caccia alle streghe, degna più di un servizio di striscia la notizia che non di una commissione parlamentare. Ma avete visto il loro materiale, i loro distintivi, le palette ? Roba da negozio di giocattoli...qui siamo sul livello dei 3 babbi che hanno assaltato il campanile di S.Marco, nella seconda repubblica neanche i cospiratori riescono ad essere seri...
gravissimo errore ritenere questi una cospirazione da mezzeseghe.
in italia abbiamo interi pezzi dell'apparato mediatico fatti apposta per mettere in burletta cose gravissime, poi va a finire che il popolo ci crede, altrimenti come ve lo spiegate berlusconi al governo e la anselmi in pensione?
ha ragione berja
ogni volta che si scopre qualcosa subito i pompieri accorrono a spiegare che e' una cazzatina, che lo facevano solo per fare un po' di soldi o una piccola carrieruccia, che insomma sono cose cosi'. niente di grave.
un po' come gli assassini della magliana, ragazzini che usavano gli aerei dei servizi segreti. o i piduisti che hanno coperto gli autori della strage di bologna. tutti bravi ragazzi.
la soddisfazione e' che questa volta non ci sono voluti 30 anni a far dire ai giornali quello che noi si diceva: che quei 4 mercenari andati a portare morte in irak era meglio se in irak ci restavano. sotto 2 metri di sabbia.
sono anch'io d'accordo con berja , e mi chiedo anche : la definizione di polizia parellela se la sono data loro ? perchè la mia impressione è che questo nome continuanente ripetuto dai media tolga un pò dell'illegalità del gruppo fornendo loro una parvenza se non di ufficialità almeno di ufficiosità (se mi passate il termine..)
Ho conosciuto Paolo Simeone in Kosovo quando lavorava come sminatore per Intersos,dove lavoravo anche Io.
Posso dire solo e era una persona molto brava e coraggiosa ed e stato un vero amico.