poca attenzione da parte di chi? ciclista, automobilista? tutti e due? una cosa e' certa, le disattenzioni di chi il mondo lo guarda tra due tergicristalli non sfiorano neppure la sua pelle.
In questo caso specifico non colpevolizzerei gli automobilisti italiani. La stragrande maggioranza dei morti è senz'altro costituita da vecchietti, e vedendoli andare in giro si capisce il perché. L'Italia probabilmente è al primo posto sia a causa della scarsità di ciclabili, sia a causa del clima temperato che stimola più vecchietti a uscire. Tutto ciò lo scrive un ciclista che ha ben presente l'atteggiamento insofferenze degli automobilisti nei confronti delle due ruote (motorizzate o meno), ma nello stesso tempo ho anche presente le *pesanti* responsabilità di chi guida questi mezzi, molte volte senza alcuna cognizione di causa.
Larry, OK, diciamo che è colpa dei vecchietti, del clima, eccetera.
Ma - domando - cosa c'è di umano in una società in cui un vecchietto o un bambino che caracollano in strada sulla bici scassata sono passibili di pena di morte? perché questo è il problema: dai la colpa a chi vuoi (non conta, non vedo possibili miglioramenti in tempi brevi), ma in questo cesso di Paese si sfreccia a oltre 100 all'ora in città. Se pedone o ciclista non stanno attenti, ovvero se commettono un'infrazione da 20 euro, diciamo attraversano fuori dalle strisce, rischiano la pena capitale.
E queste sono "pesanti responsabilità"? E chi guida regolarmente sopra i limiti di legge e di buon senso, ovvero la stragrande maggioranza di chi sta dietro a un volante?
Ho come la sensazione che si sia perso il senso delle proporzioni...
siccome questa notiziola, buttata lì con noncuranza, mi sta facendo furiosamente vorticare gli zebedei e non già per l'ovvio risultato di morte sulle strade, sono risalito alla fonte della stessa per capire qual'è l'intento comunicativo.
per farla breve subito, si tratta di vendere caschi. abbiate pazienza un attimo.
la ricerca è stata diffusa dall'Uni (ente nazionale italiano di unificazione, http://www.uni.com/it/).
questo ente, leggo sul "chi siamo" del sito, é "un'associazione privata senza scopo di lucro, i cui soci, oltre 7000, sono imprese, liberi professionisti, associazioni, istituti scientifici e scolastici, realtà della Pubblica Amministrazione.
Svolge attività normativa in tutti i settori industriali, commerciali e del terziario ad esclusione di quello elettrico ed elettrotecnico di competenza del CEI - Comitato Elettrotecnico Italiano."
nel comunicato l'uni ricorda quali sono i requisiti normativi dei caschi e dei seggiolini per pupi.
lodevole intento.
ma: questi ci vogliono far mettere il casco per proteggerci da quelle merde di itagliani che ci saltano addosso con le loro oscene scatolette.
non si pensa a rendere vivibile il pianeta, no: visto che sparano metti la corazza
visto che rubano metti la porta blindata
visto che violentano vai in giro ben coperta e non provocare.
e così via.
assunzione acritica di un modello di mobilità mortale. l'automobile non è una scelta, è un dato di fatto, come la pioggia. è un fenomeno meteorologico. è la realtà. non è guidata da uomini e donne, no, semplicemente è.
lo stato.quindi che si fa? proteggiamoci il capino.
vengono chiamati incidenti, io li chiamo sottoprodotti; sfridi; scarti di produzione.
non esistono incidenti: c'è una regolare quota di morti dovuta all'esistenza di questa mobilità.
e poi il casco non serve: di solito si muore dissanguati, o con gli organi interni variamente frantumati e non più funzionanti.
il cranio umano resiste ad impatti fino ai 20 km/h.
ben detto mastro! al posto di creare strade ciclabili, di sensibilizzare le testoline da 2000cc dei vari don primero o, che ne so, di promuovere corsi di estetica per le nuove generazioni ("che cazz c'e' di estetico nelle macchine?"),cosa fanno? "comprati il casco, comprati il seggiolino a norma, fatti un'assicurazioncina sulla vita che non guasta, e stai attento a non rigare le macchine, diamine!"
P.S. in africa adesso e' arrivato il preservativo anti-stupro, per rimanere sulla stessa linea.
Alberto, se un vecchietto non si ferma a uno stop e ti si para davanti a tre metri di distanza, lo stireresti anche se fossi un probiviro del volante. Scommetto che guardando le statistiche, questo caso (mancato rispetto delle regole di precedenza) sia quello più comune per i sinistri che coinvolgono le due ruote.
Sappiamo tutti che l'alta velocità è la causa di almeno il 50% di tutti gli incidenti - non sono quelli che coinvolgono ciclisti - e personalmente sono a favore di metodi repressivi a piacere per ridurre questo tipo di incidenti (come ad esempio - sarebbe il minimo - il ritiro definitivo della patente non solo per chi uccide mentre è ubriaco, ma anche per chi uccide o invalida perché al disopra dei limiti di velocità). È però a quell'altro 50% degli incidenti cui mi riferivo quando parlavo di pesanti responsabilità dei ciclisti. La possibilità di andare per la strada non è un diritto inalienabile; chi è troppo inetto per farlo dovrebbe astenersi, e se è troppo inetto anche per capirlo gli dovrebbe essere precluso. Paragonare questa "piccola trasgressione da 20 euro" a una pena di morte è capzioso; piuttosto, se proprio vuoi mantenere la teatralità, paragonala a un suicidio.
difendo il diritto assoluto e non negoziabile del vecchietto a girare per dove diavolo vuole lui col naso per aria.
difendo il diritto assoluto e non negoziabile dei pupetti a giocare per strada.
difendo il diritto assoluto e non negoziabile di chiunque a muoversi lungo la superficie terrestre con il proprio corpo, in ogni direzione anche ondivaga, in stato di ubriachezza e cantando stornelli.
nego alla radice ogni diritto alle automobili.
la loro esistenza deve essere sotterranea, sussurrata, negletta, ghettizzata, vilipesa, perseguitata, sbeffeggiata, danneggiata, fatta oggetto di gesti osceni.
(ovviamente ho sbagliato pianeta)
caccia grossa alle automobili!!!! (da "il lupo della steppa")
esatto rotafixa hai sbagliato pianeta :D
c'è un codice stradale da rispettare, sia per gli automobilisti, sia per i ciclisti... chi non lo rispetta, ha torto
certo, in uno scontro fra auto e ciclista, ci rimette quest'ultimo in ogni caso, ma lo stesso discorso può essere fatto fra camion e automobile, ma in realtà non si può impedire a chicchessia di circolare liberamente col proprio mezzo di trasporto, purchè rispetti le regole. E' inutile citare l'esempio di chi va a 100 all'ora in centro città, è chiaro che si parla di cafoni, nessuno li difende... ma se l'Itaglia è piena di cafoni, essi si suddividono equamente fra il popolo degli automobilisti e quello dei cicloamatori: il maranza in BMW con faretti blu che sfreccia fra i pedoni arriva in garage, sale in bici e se ne va in giro come se fosse al Tour de France, si unisce al gruppo, chiacchiera stando su 6 file e quando svolta a sinistra non fa segno col braccio...
E' inutile che ognuno tiri l'acqua al suo mulino a seconda del mezzo di trasporto che preferisce, uniamoci invece contro tutti gli imbecilli che infestano le nostre strade, siano essi a 2 o 4 ruote :D
riguardo alle cifre riportate sopra, leggo 325 morti in Italia e 199 in Olanda, ma l'Italia ha quasi 60 milioni di abitanti, l'Olanda nemmeno 16 milioni... vero che gli olandesi usano al bici molto più di noi, ma mi pare un confronto veramente improponibile
Larry, il tuo paragone col suicidio è farlocco. Il vecchietto e il bambino sono felici di vivere, ma sono capitati in una società delirante che per spostare 80 kg di ciccione sedentario gliene mette attorno 20 volte tanti.
auguro salute e lunga vita, ma prova a domandarti come vivresti (vivrai) se fossi caracollante e incerto, un po' orbo, ma felice di pedalare. Cosa penseresti se ti venisse precluso l'uso della bici?
La civiltà è quella che vecchietti e bambini girano liberi e sicuri, non quella dei frustrati che indossano la Cayenne credendo di diventare Mazinga.
E' davvero incredibile che abbiano ridotto una persona - immagino per bene - come te a pensare che "chi è troppo inetto per farlo dovrebbe astenersi, e se è troppo inetto anche per capirlo gli dovrebbe essere precluso". Incredibile e anche un po' inquietante, sa tanto di selezione.
uno che ti salta addosso con una tonnellata di ferro non è un cafone, davide: è un criminale.
a me 'sto cerchiobottismo fa vomitare
Davide, ti faccio una proposta: vieni con me in via Washington a Milano e stiamo a contare quelli che tu definisci "cafoni". Avrai una sorpresa: più che la maggioranza sono la quasi totalità. Ovvero: TUTTI gli automobilisti violano la legge in via Washington, TUTTI i pedoni rischiano la vita se non accettano la beota prepotenza di chi guida.
Io non tiro l'acqua a nessun mulino, perché mi servo di tutti i mulini: ho l'auto (che mi ha portato in vacanza rispettando il codice, cosa che ha fatto venire il cimurro a non pochi assatanati del volante) e anche la moto, ma in città giro a piedi o in bici: perché è più intelligente, è più sano, è più rispettoso. E fa star bene: stamattina in via Ripamonti un coglione in Mini Cooper ha creato una coda assurda bloccando il tram in seconda fila: c'erano almeno 300 rischi di invarto da rabbia contrapposti ai picchi di endorfine dei ciclici. Il "mulino" vero è vivere bene.
non è cerchiobottismo rotafixa, è statistica :D
sarà che anch'io usufruisco di entrambi i mezzi, non me la sento di emettere condanne a senso unico... diciamo che tendo a giudicare per singole persone, più che per categorie
sai cosa Alberto, non c'è dubbio che la nostra viabilità, soprattutto quella cittadina, sia costruita a misura di automobilista: è l'auto che comanda in città, così come per esempio ad Amsterdam comanda la bici: io infatti ho guidato ad Amsterdam ed è stato un incubo: praticamente non puoi fare nulla, devi dare la precedenza a chiunque, pure ai piccioni!
Forse i ciclisti andrebbero tutelati maggiormente da parte di chi le strade le costruisce e ci piazza la segnaletica, proprio perchè più vulnerabili
ma non mi convincerai mai che gli automobilisti siano in media più indisciplinati, vedo ogni giorno ciclisti che sulla strada si fanno gli stracazzi loro, altri vengono contromano credendo di non occupare spazio, e se non li tieni d'occhio attentamente, rischi di ritrovarteli sotto il cofano
Sapete qual'è il vero scandalo invece? Le strisce pedonali!
In Italia praticamente è il pedone che deve dare la precedenza alle auto, mentre il codice dice l'esatto contrario e all'estero lo sanno bene. A Londra se accenni solo a mettere il piede in strada, si fermano tutte le auto nel raggio di 50 m...
non è un malcostume solo italiano però, sono stato qualche mese fa in Argentina e là è pure peggio, attraversare la strada è ogni volta un'avventura, ed è meglio farlo di corsa... evidentemente è il sangue latino troppo caliente :D
Alberto, stai fraintendendo. Io non dico che vecchietti e bambini debbano star chiusi in casa, dico soltanto che devono rendersi conto delle situazioni nelle quali costituiscono un oggettivo pericolo per se stessi e per gli altri. È in questo che sono "inetti", perché credono di essere in grado di percorrere qualunque strada, ma non è così. Diamo pur la colpa a tutto ciò che vuoi, allo scempio urbanistico, alla cultura feticistico-automobilistica, alle lobbies giudo-pluto-massoniche ecc ecc, ma resta un dato di fatto: c'è chi non è in grado di percorrere buona parte delle strade, ma le percorre comunque. Il fatto che non esista un appropriato sistema di zone ciclabili e pedonali non legittima a ondeggiare su una statale trafficata con carreggiata larga sette metri. Prova a dismettere per un attimo l'intransigenza fondamentalista nei confronti delle automibili (che trovo anche condivisibile, almeno nello spirito di base) e vedrai che la posizione non è "inquietante", si tratta di semplice buon senso. Quando sorge un problema - e la mobilità di massa nel mondo industrializzato lo è - si deve lottare per risolverlo con proposizioni costruttive; scagliarsi contro i mulini a vento solo per dimostrare che si è "contro" non serve a niente, a parte dare un'impressione piuttosto radical-chic.
Davide, ti consiglio anche l'Avenida diagonal di Barcellona... vanno velocissimo e ti strombazzano pure... da sport estremi.
Larry, non mi scaglio contro i mulini a vento. però non posso non osservare che tra i cosiddetti Paesi "civili" l'Italia è il più cafone. Mi rendo conto che la mia intransigenza (termine che peraltro fa ridere, visto che non mi si fila nessuno) sia del tutto inutile, ma visto che ho la consapevolezza di non poter fare altro che comportarmi in modo civile e rispettoso di chi non è su un coso a motore (già di per sé un atto rivoluzionario) mi concedo di considerare "cafone, ignorante e becero" qualunque automobilista che non si ferma sulle strisce (ossia quasi tutti).
Sono tutto tranne che radical-chic (soprattutto non sono chic), ti garantisco che se avessi un'idea più pragmatica (= "efficace") la metterei in atto. Ma credo che sia una battaglia persa. Non dimentichiamo che in Italia c'è uno come Briatore che ha fatto fortuna.
dunque. e dico a larry.
che io non sia radicalscìc manco te lo dico.
prova a considerare di non essere te, e neanche esistente.
stai su una nuvoletta e guardi giù.
vedi quello che vedi.
1,3 persone in media trasportate da 8-10 mq di oggetto.
70-100 kg portati da circa 1.000 kg di oggetto.
15 km/h in media (come quando gli oggetti erano mossi dai cavalli, non dai cv)
tra i 6.800 e i 9.000 (dipende dal tempo che consideri per la morte) uccisi dall'uso di questi oggetti ogni anno nel nostro fottuto e disgraziato pezzo di terra.
300.000 feriti (e va a spanne, a spannone; e nessuno al mondo sa quanti siano non più autosufficienti)
non esiste una stima seria dei danni all'atmosfera, anche perchè gli studi sono sovvenzionati da enti legati a questo o quel carro economico (ad esempio a milazzo, dove c'è una raffineria, aziende petrolifere sponsorizzano studi sull'ambiente: io so che la gente sui monti dove finisce il fumo muore di cancro a mazzi, ma i "dati" ahimè non lo statuiscono).
guarda ancora sotto: vedrai gente stressata, affaticata, STUFA di stare lì. ma ci torna ogni giorno.
tu ancora parli di buon senso?
(buon senso: concetto imprecisabile creato dai pigri o dai pavidi o dai malfattori )
* i dati citati vengono dal conto nazionale dei trasporti del ministero delle infrastrutture e, per i 9.000 morti, dalle stime dell'associazione dei parenti delle cosiddette vittime della strada; la differenza tra i numeri dei morti dipende dalla misura del tempo: l'istat li considera morti per scontro entro le due settimane dal fatto, ma si muore anche dopo.
l'istat è alle dipendenze del governo, il governo è alle dipendenze dell'economia (ma questo è un assunto non dimostrabile, anche grazie al buon sciènscio dell'uomo col rialzo e dei suoi seguaci)
Quando ero bambino, in Romagna, la bicicletta aveva per i vecchi un significato unico. In genere il non riuscire più ad andare in bicicletta significava essere prossimi alla morte. Quando a mia nonna fu detto di non usare più la bici perchè aveva continui capogiri e svenimenti fu drammatico. Ci chiese allora di poterla comunque portare con sè nell'unica uscita quotidiana che faceva per andare al cimitero: infilava la borsetta nel manubrio e camminava spingendo la bici. Questo bastò ad evitarle quella depressione così diffusa nei vecchi di oggi. E non era l'unica che si comportava in questo modo. A noi veniva insegnato che i vecchi in bici o che spingevano la bici avevano sempre la precedenza. Oggi naturalmente non è più così, i vecchi non escono neanche a piedi perchè "è pericoloso". Ha ragione Rotafixa: bisogna rivendicare il diritto dei nostri vecchi (ma non solo loro) di andare in giro come credono. Anche perchè saremo vecchi anche noi.
Difendo il diritto assoluto e non negoziabile di non rischiare la patente per colpa del vecchio rincoglionito di turno.
allora non prendere il tuo ferrovecchio, brucia la patente o rullaci qualcosa di buono e fumala e soprattutto pensa che e' questione di anni, e sarai anche vecchio e....saggio?