Con un gruppetto di amici s'è deciso di dedicare la mattina di domenica alle primarie. Alla faccia di neve e maratona di Milano, abbiamo raggiunto il quartiere Stadera in via Palmieri 22 per partecipare alla promessa raccolta comune delle firme. Il luogo non è casuale. L'edificio di via Palmieri è stato ristrutturato ed è gestito da
DAR-CASA, una cooperativa di abitazione nata nel 1991 con l'obiettivo di ricercare alloggi dignitosi a basso costo da affittare a lavoratori italiani e stranieri che non possono sostenere gli alti affitti del mercato libero. Via Palmieri è un luogo straordinario di integrazione e solidarietà, un esempio di come sia possibile per persone di cultura, lingua e tradizione differente, vivere in pace e armonia, superando con la buona volontà ogni ostacolo.
La situazione era un po' deprimente. Ai due tavolinetti, pochi coraggiosi volontari sfidavano freddo e umidità per bloccare ogni abitante del palazzo che si azzardava a uscirsene di casa. Particolarmente rapida nella caccia allo "straniero residente in Italia da almeno tre anni", una signora dello staff di Ferrante si gettava come un falco sui ogni poveretto (spesso inconsapevole di quanto stesse accadendo), trascinandolo con piglio autoritario a firmare per il fu-prefetto. A equilibrare un po' le forze in campo, uno degli ammirevoli animatori della cooperativa, che tentava di dirottare qualche firma sui moduli degli altri candidati.
E' stato come un flash e la clausola del regolamento che impedisce la firma multipla ha mostrato ieri la miopia di chi l'ha voluta: anziché creare un'atmosfera di collaborazione e allegria, da condividere con elettori come immagine positiva dell'Unione, si respirava un'aria di tensione e sospetto totalmente controproducente. Com'era ovvio, i "professionisti del volontariato", ovvero i raccoglitori dei partiti impegnati per Ferrante (ammirevoli, per carità, la base dura e pura che ci crede e si spende, che si tratti di cuocere salsicce o di raccogliere poche firme al gelo) erano più abili, più scafati, più spregiudicati dei loro colleghi-avversari dei candidati indipendenti.
Come Davide Corritore ha sostenuto prima dell'emanazione del regolamento, sarebbe stato molto più sensato dare ai cittadini la possibilità di dare la sua firma a tutti i candidati ritenuti utili a creare un contributo di idee e valori utili alla causa del centrosinistra. Questa scelta avrebbe dato molti vantaggi e nessuna controindicazione.
1) un clima più sereno e collaborativo, con banchetti comuni che oltre a raccogliere firme avrebbero fatto "branding" sulle primarie, dando un'immagine di impegno comune, di valori condivisi.
2) senza l'assillo di strapparsi la firma l'uni l'altro, i volontari avrebbero potuto impegnarsi in una pre-campagna politica, sfruttando l'occasione per coinvolgere i cittadini e fare informazione politica.
3) i costi sarebbero stati condivisi, ottimizzando l'utilizzo delle risorse economiche, consentendo di allocarne una parte cospicua nella ben più importante campagna elettorale che aiuterà a battere la Moratti.
4) i candidati che non dispongono delle risorse che provengono dai partiti, di reti di sostegno e di strutture politiche, quindi impegnati in prima persona come l'ottimo Michele Sacerdoti, avrebbero avuto comunque la possibilità di concentrarsi sul contributo di idee e progetti anziché su un'attività burocratica. In questo senso, checché ne dica il
signor Monguzzi, a noi pare che un fisico-verde impegnato come Michele sia una risorsa preziosa che andrebbe accolta solo con gratitudine.
Una volta di più, la politica milanese ha mostrato tutti i propri limiti. Eppure noi, cittadini che crediamo nella possibilità di un cambiamento - dell'amministrazione di destra e della classe inadeguata politica che dovrebbe rappresentarci, ma non lo fa - dobbiamo resistere a miopia, incapacità e inadeguatezza. Dobbiamo procedere per obiettivi. prima (A) cacciare la destra cafona, poi (B) rivoltare il centrosinistra, trasformando questa armata Brancaleone in una cosa seria.
L'obiettivo (B) potrebbe essere meno facile dell'obiettivo (A). Se vinceremo, loro si aggrapperanno alle poltrone come cozze. Cercheremo di farci forza,
turarci il naso e resistere al pensiero di far vincere Letizia per non votare questa gente immeritevole.