Primarie politicamente corrette
di "Occhio alieno"
Già la premessa è stata imbarazzante. Uno sputo in un occhio alla sala stracolma di giornalisti: «Non si possono fare domande». Un cronista ha formalmente protestato con Majorino e se n'è andato, ma all'apparenza nessun altro ha fatto una piega.
Il primo incontro tra i candidati alle primarie dell'Unione è iniziato con il piede sbagliato: se le primarie sono una inno alla tanto declamata "partecipazione" certo oggi di partecipato c'era ben poco: l'incontro non era per gli elettori (per i quali al momento non è previsto alcun dibattito pubblico con tutti e 4 i candidati), ma per gli addetti ai lavori (ma senza domande).
Una cafonata.
E un rospo ingoiato.
Andiamo avanti. Nel primo giro di interventi Dario Fo mette subito le cose in chiaro: ha un documento da leggere, e chiede a Franca Rame di leggerlo.
E il re è già nudo. Sono quarant'anni che Dario Fo non ci delude mai quando si tratta di raccontare la verità, qualsiasi essa sia.
E anche questa volta attacca, la sua verità colpisce duro: «le primarie sono un segno di democrazia, siamo tutti qui riuniti per convincervi di questo, che siamo in democrazia. Anche se in realtà - continua Fo - leggendo i giornali e guardando le televisioni in questi giorni sembre che le primarie siano già state fatte e che le abbia vinte l'ex prefetto. Gli altri tre candidati sono spariti dai media». L'attacco ai partiti è frontale: «mica pensiamo che i partiti si siano già messi d'accordo sul vincitore del primarie, no di certo! Per carità - continua il Nobel - non c'e' stata alcuna manovra, né il solito 'inciucio'. Ma scherziamo!»
Con la sua incredibile lucidità, sempre tagliente ed efficace, ancora una volta Fo ha beccato nel segno, denunciando le primarie burla e i conseguenti rischi per il centrosinistra.
Ma «noi non ci stiamo», ha detto. E ha concluso con un appello ai giornalisti: «per favore non fate sembrare che le primarie siano già state fatte».
Alla fine della lettura del documento c'è stato un momento di gelo in sala.
Ma subito, come se niente fosse, Parenzo di Telelombardia e Villa di Telecity - i due maestri di cerimonia accreditati - hanno ripreso a fare le domande ai candidati. Ferrante ha abilmente evitato di rispondere nel merito, limitandosi ad attaccare Letizia Moratti, nel tentativo di attestarsi così come suo principale rivale (un'astuzia politica da quattro soldi), cercando così di recuperare un po' sullo smacco clamoroso che aveva appena subìto da Dario Fo con il suo j'accuse.
Nient'altro di veramente interessante da registrare sull'incontro al Circolo della Stampa.
Per un attimo ho pensato, sperato forse, che Dario Fo andasse fino in fondo e ritirasse la sua candidatura chiedendo di fare altrettanto a Milly Moratti e Davide Corritore.
Chi vorrà recepire il messaggio di Fo?
Certo non i DS che rimbalzano le parole del Nobel minimizzandole.
I giornalisti? Lo vedremo sulla stampa di domani.
I milanesi con il loro voto, loro sì possono fare molto, a patto che riescano a informarsi su quanto davvero sta succedendo.
Non ho capito come ha funzionato e cosa è stato questo incontro. C'erano tutti i quattro candidati?
Bè allora hanno parlato in quattro, suppongo: ho capito che non si potevano fare domande, ma non mi sembra così strano organizzare una conferenza per dire delle cose, anziché per rispondere alle domande.
Comunque, fino ad adesso questa cosa delle primarie sembra solo politica e niente cittadino: alla fine il dibattito che leggo, tra tutti i candidati del centrosinistra, rimane interno alle questioni di ruoli, di decisioni politiche, di poteri. Bene, ma al di là di questo, potremmo sapere cosa hanno detto gli altri tre candidati, visto che domani probabilmente leggeremo solo ciò che ha detto Ferrante?
E poi, queste conferenze come si organizzano? C'è una discussione prima, per decidere di cosa parlare o meno - suppongo - e suppongo che a questa discussione abbiano partecipato anche gli altri oltre a Ferrante. Bene, quale era lo scopo di questo incontro? Mi pare di aver capito che è una delle poche volte in cui Ferrante si "espone": vogliamo sapere di più di Ferrante anche.
Insomma, questa presentazione è stata solo una farsa per consentire ai giornalisti e ai partiti di alimentare polemiche sui quotidiani, oppure i candidati si sono anche presentati?
Sono sfiduciato e non capisco una mazza, e non sono contento nemmeno di come vanno avanti i candidati alternativi a Ferrante. Che dici di mettere sul sito di milanopartecipa una tabella comparativa tra tutti i quattro candidati? Tutti i punti chiave, riga per riga, della Milano che rinascerà grazie alla sconfitta di Albertini, e nelle 4 colonne un paio di parole che spiegano la posizione di tutti i 4 candidati. Giusto per pensare che, chiunque dovremmo eleggere a sinistra, almeno così in fondo nella merda non cascheremo. Più le cose vanno avanti, più ho la sensazione che non verrò a Milano a votare: né primarie, né comunali. Mica posso fare un viaggio per votare chi non so.
(quattro? chi è il quarto. C'è Fo, Ferrante e Corritore. Fo lo so perché ogni tanto la sua bravura attira i giornalisti, Ferrante perché è spinto dai giornalisti, Corritore so che esiste grazie al tuo sito - triste sta cosa - e il quarto?)
gp leggi con + attenzione.. E' scritto kiaramente.. il 4o candidato è la Milly Moratti, moglie di Massimo, presidente dell'inter.
gp: il quarto e' milly moratti: su web riguardo a questo candidato c'e' pochissimo a parte questa breve scheda e il suo vecchio sito delle precedent elezioni comunali. mi sembra una candidatura molto debole.
c'era come candidato anche michele sacerdoti, ma sembra non abbia raccolto firme sufficienti per validare la sua candidatura. mi dispiace molto, perche' tra i vari candidati indipendenti era quello che mi e' sembrato piu' preparato e con un programma abbastanza dettagliato, concreto e con chiare prese di posizione su molti argomenti riguardanti il governo della citta'.
per adesso lo sviluppo pratico di questo esperimento delle primarie mi e' sembrato davvero deludente; spero che a gennaio - quando i tempi incomincieranno a stringere - i candidati saranno finalmente costretti ad uscire allo scoperto sottoponendo alla nostra attenzione idee e proposte delle quali poter discutere e attraverso le quali poter saggiare meglio la loro idoneita' a fare i sindaci.
visto che sei lontano di milano ti segnalo anche il movimento viveremilano: scruto costantemente l'orizzonte metropolitano alla ricerca di credibili agenti del cambiamento, e secondo me questi sono per adesso gli unici con la metodologia e la larghezza di banda intellettuale necessaria per sviluppare un credibile progetto di rinnovamento di milano.
Ah avevo completamente ignorato il nome della Moratti, che pirla, lo sapevo pure. Un'altra Moratti, giusto, per di più moglie del Massimo, già... proprio una candidatura di sinistra! Sì queste primarie paiono una presa per il culo doppia (la scena l'abbiamo già vissuta): invidio chi non ne sa niente.
Michele Sacerdoti è il più valido che ho visto. Ma com'è che lui da solo l'ha fatto da mo', mentre per gli altri ci vogliono mesi? Questi mesi dovrebbero servire a discutere delle proposte dei futuri sindaci, ma non ho notato ancora nulla. Sacerdoti proprio per la colpa di essere stato chiaro è stato bellamente ignorato. Lui dovrebbe essere di esempio agli altri politici, in quanto a modestia e capacità comunicative, ma pare non abbia avuto successo. Forse mancanza di fondi? (certo che i verdi avrebbero molto da imparare sui Grüne tedeschi)
Mi è parso un vero politico, non piagnone né additabile di strani interessi personali.
(tra l'altro avrei un'altra domanda, quel progetto di alberto di cambiamilano: è previsto un altro capitolo oltre al primo?)
Mi piace quel progetto di viveremilano, anche se ho il sospetto che alla fine siano solo chiacchiere. Ora mi leggiucchio il sito.
Ecco sì, ripensandoci Sacerdoti rappresenta la parte della sinistra verde che vorrei davvero. Non so come funziona, ma credo che valuterà bene il nuovo sindaco di averlo in Palazzo Marino.
Ripensandoci ancora inizio a desistere e a non avere più voglia di interessarmi della politica italiana.
scusate... non so scrivere in italiano e spammo per correggermi :))
"Michele Sacerdoti è il più valido che ho visto. Ma com'è che lui da solo il programma per Milano l'ha fatto da mo', mentre per gli altri ci vogliono mesi?"
Più sotto: "Non so come funziona, ma credo che sarà bene che il nuovo sindaco valuti la sua presenza in Palazzo Marino."
Da Corsera: «Chi ha preparato il sito del candidato sindaco Ferrante? Sorpresa. La firma è quella di Elena Schiaffino, portavoce di Gabriele Albertini dal '99 al 2000 e partner, insieme al fratello, di Engitel spa, società milanese di sviluppo siti. E la scelta non è solo professionale: "Questo candidato mi ha convinto"».
Continua lo sbraco a destroterzista del candidato partitocratico. Al di là di dichiarazioni e proclami, una scatoletta di demagogia di bassa lega che contiene il il nulla. L'uomo chiede di essere votato in nome del vuoto assoluto. Non c'è una riga di programma, uno straccio di contenuto. Il modello "Bruno Ferrante" è la copia carbone del modello "Forzaitalia". Con in più l'agghiacciante consapevolezza che a muovere i fili c'è una squadra di terzisti, cinici e spregiudicati, che stanno già assaporando le poltrone da occupare e gli affari immobiliari.
Nel frattempo una persona di valore come Michele Sacerdoti, una risorsa per la città e la sinistra, resta fuori per questioni burocratiche.
Ma ha ragione Davide Corritore: inutile perdere tempo a farsi sangue amaro per questa avvilente farsa, bisogna lavorare sui contenuti, per la città. Idee, impegno e cultura possono avviare il processo di demolizione dell'ammuffita catapecchia politica.
Da quanto leggo è andata anche molto peggio di quanto pensassi. I giornalisti non possono fare domande: evidentemente a Milano il berlusconismo ha contagiato anche l'Unione. Mi rimane una solo domanda per Ferrante, Majorino, ma anche per tutti i volontari e i militanti dei partiti dell'Unione milanese: ma non vi vergognate?
A proposito di programmi: Davide Corritore ha un programma ben articolato, l'ho letto sul suo volantino. Ma perchè non è su www.milanopartecipa.org (o se c'è è ben nascosto)?
"Ferrante ha abilmente evitato di rispondere nel merito, limitandosi ad attaccare Letizia Moratti, nel tentativo di attestarsi così come suo principale rivale"
Ha fatto benissimo. Le avete lette le lettere della Moratti stamattina a casa, a colazione? Avete visto per strada il dispiegamento di manifesti? No, a voi piace crogiolatevi nel vostro autolesionismo salottiero. L'unico avversario della Morati è Ferrante. Non perché lo hanno detto i media. Perché lo è nei fatti.
Fo sembra Berlusconi quando dice che la stampa "di sinistra" ce l'ha con lui.
Vincerà la Moratti e forse ve la meritate.
E poi, scusate, quale è il programma di Fo?
A poi, alberto, è facile linkare sotto la voce "programma" una pagina che fa comodo. Forse, se hai la serenità giusta e se davvero dici "che farai il tuo dovere e lo voterai" (di che "dovere" si tratta, poi, è tutto da capire, nessuno ti costringe, anzi io ti invito, visto come ne parli, a essere coerente e a non votalro a giugno), potresti "informare" i lettori del tuo blgo, democraticamente, anche postando queste pagine del sito (invece che limitarti ai soliti giudizi massimalisti "Lo ha curato chi ha curato quello di albertini"):
http://www.brunoferrante.it/fuffa.htm
ringrazio per i complimenti su questo forum.
Il programma l'avevo scritto a maggio grazie al sito www.cambiamilano.org in cui qualcuno aveva suggerito ai candidati di scriverlo.
Ero stato l'unico a farlo e mi è stato molto utile perchè l'ho utilizzato per preparare le linee guida della Rete dei Comitati Milanesi, il programma dei Verdi e quello del forum Sviluppo e Qualità del Cantiere dell'Unione.
Uno dei motivi per cui ho tentato di candidarmi a Sindaco è stato per provare a realizzare il programma dell'Unione, dopo aver contribuito a scriverlo.
L'operazione è finita male perchè mi sono deciso troppo tardi (quasi tutti quelli a cui ho chiesto un parere hanno cercato di dissuadermi) e mi sono fidato troppo di amici e associazioni che si erano offerti di raccogliere le firme e poi ne hanno raccolte ben poche.
Comunque è stata una bellissima esperienza di contatti con la gente e i loro problemi, sono stato l'unico candidato a raccogliere di persona almeno 300 adesioni, sfidando il gelo di questi giorni, girando in biciletta per tutta la città di giorno e di notte, compresa la partecipazione alla bellissima Critical Mass di San Lazzaro, unico tra i candidati.
E' per questo, per non deludere le persone che mi hanno accordato la loro fiducia, che mi sono permesso di chiedere una proroga per la raccolta delle firme, che non mi è stata concessa.
Ora ho deciso di proseguire comunque con la raccolta delle firme nei punti di raccolta indicati sul sito www.msacerdoti.it e tramite amici. L'ho dichiarato ieri in un'intervista a Radio Popolare. Quando avrò raggiunto le fatidiche 1800 firme senza l'aiuto di organizzazioni di partito potrò forse rivendicare un sostegno di base utile per future iniziative politiche, nella speranza di essere utile alla collettività.
Se qualcuno vuole darmi una mano mi mandi un messaggio a m.sacerdoti@tiscali.it e gli porto i moduli di adesione.
spero per voi che nessuno vada a votare le primarie, schifato da questi 4 burocrati di partito. E' l' unico modo che potrebbe permettere al candidato veramente alternativo di vincere, cioè Dario Fo. Gli altri mi sembrano inseriti chi piu a sinistra, chi piu' al centro nel sistema borghese-partitocratico-autoreferenziale di una città ormai grigia in tutti i sensi, in mano a 4 affaristi senza scrupoli, che non hanno assolutamente voglia di ridisegnare un futuro migliore per la vostra città e per la maggioranza dei sui abitanti, che di certo non fa la vita da agiata. Vi auguro buona fortuna, ma non penso che se ci sara' una primavera di rinnovamento italiana, sicuramente non inizierà da Milano.
Sacerdoti scrive: "mi sono fidato troppo di amici e associazioni che si erano offerti di raccogliere le firme e poi ne hanno raccolte ben poche".
Non è che queste associazioni pesano talmente "tanto" e sono così (poco) rappresentative da non essere in grado di raccogliere nemmeno 1800 firme per chi ne ha così bene rappresentato gli interessi (mi pare che Vivi e Progetta aveva raccolto 2700 firme contro il progetto CityLife e al Bosco di Gioia 10.000 firme).
Mi viene in mente il referendum sull'aria pulita e ancora prima gli scarsi risultati elettorali nei quartieri attraversati dalla Gronda Nord alle comunali del 2001.
Occorre una seria riflessioni su questi temi e sulla capacità di trasformare in consenso politico queeste esperienze di base.
Questo per indirizzare correttamente la prossima campagna elettorale che, a parere mio, si vincerà sui temi dei servizi sociali e (purtroppo) sul "portafoglio" sempre più vuoto dei cittadini (temi nazionali...)
Comunque in bocca al lupo a Sacerdoti che almeno conosce i temi della città, a differenza di Fo che non si capisce che cosa vuole, va a Londra va in Valsusa e qui si limita ad attaccare i DS e la Margherita:
è sempre la stessa sbobba ! ha un pò rotto e soprattutto che credibilità ha come sindaco ?
Bravo alfredo: l'unica cosa che si evince da ieri è che Dario Fo ha rotto. Per quanto mi riguarda, definitivamente. E se posso essere sincero: 80 anni per 80 anni, preferivo Veronesi. Dario Fo in nome di cosa dovremmo votarlo? Della cultura? A parte il fatto che della cultura ognuno ha l'idea che ha. E la mia non sempre conincide con quella di Dario Fo. Dario Fo è andato a fare polemica non in nome dei cittadini, ma in nome di se stesso e del suo personaggio, alberto. Quando capirete sta cosa? Non è il paladino della giustizia proletaria è un intellettuale che di Milano conosce praticamente solo quello che ha voluto conoscere. Non è in grado di fare il sindaco di Milano. Milano non è Bologna, Milano non è Roma, Milano è la città più merdosa forse d'Italia. Come cazzo pretendi che possa vincere e amministrare un uomo di cultura, inviso alla metà degli elettori (quella non di sinistra, che a Milano è più della metà, quindi a più della metà degli elettori)? E' un gesto autolesionistico. E anche sto discorso patetico del dialogo del confronto tra i candidati: non c'è tempo, non ci sono candidati "forti" davvero verosimili come sindaci. la Moratti sta facendo nel frattempo piaza pulita di spazi pubblicitari, siti internet, mailing, incontri e noi stiamo qui a farci la guerra e farci le pippe su una presunta mancanza di confronto? Siamo peggio dll'Inter. La sinistra milanese è peggio della sinistra italiana in quanto autolesionismo. E' un certezza che si conferma ogni volta che c'è un appuntamento importante. Come l'inter.
i vostri commenti riguardo a Dario Fo dimostrano senza ombra di dubbio quanto sia ormai tragica, se non irrecuperabile, la situazione politica e sociale di Milano. Il problema secondo me non è Dario Fo, il quale comunque se si candida non lo fa per puro spirito di esibizionismo, dato che di palcoscenici dove esibirsi ne ha già troppi, ma semplicemente perchè Milano ormai non riesce piu' ad esprimere personalità poliche-sociali o semplicemente portatrici di un' idea diversa da quella di una metropoli rinchiusa nel sistema logico 'produci-consuma-crepa'. Forse non vi rendete conto che dai commenti vari di questo blog, si deduce che la maggioranza della vostra città, che tanto rappresenta il nord opulento e consumista, non esprime più idee innovatrici, diverse, moderne, ma soltanto una sorta di istinto di autoconservazione che si autoriproduce nelle forme di rapprresentanza politica esistenti(basti pensare che i Verdi milanesi appoggiano una parente della multinazionale delle gomme e del petrolio!!)Insomma agli occhi di chi come me vive tra Roma e Perugia, quindi in centro italia, sembra come se la decadenza che da anni ormai sta martoriando il tessuto sociale-politico-culturale di Milano sia cosi' radicata nella maggiornaza dei singoli cittadini che l' unico modo per far risorgere la vostra comunque importante e storica città, sia quello di sperare nelle generazioni future, in particolare nei giovani migranti stranieri. Sinceramente non penso che la sinistra vincerà le prossime elezioni a Milano. Questo perchè rispetto al resto dell' Italia, mi sembra che li ancora non si sia metebolizzato lo sfacio berlusconiano, ma si cerchi soltanto di trovare qualcuno che oltre a dire le sue panzane cerchi realmente di farle. Scalfarotto, con tutto rispetto, era un manager della city!! Corritore è sempre un professionista prestato alla politica, Ferrante è un ex-prefetto-poliziotto.... Moratti no-comment. Insomma: contro la mafia logicamente i siciliani propongono una DONNA ANTIMAFIOSA, un segno di ruttura profondo; contro il berlusconismo-leghista voi chi proponete? un poliziotto e un manager?
Solo una nota: a dimostrazione del fatto che Dario Fo ha ragione quando dice che sui giornali Ferrante è già dato come lo scontato sfidante della Moratti per le comunali 2006, oggi, a pagina 7 del Corriere, potete trovare un articolo sul declino della Biblioteca Braidense, sotto il quale potete trovare due box in cui dicono la loro sulla questione l'ex prefetto e il ministro dell'istruzione.
Cavolo, Ferrante, non potevi trovarti qualcun'altro che ti facesse il sito? Proprio l'ex portavoce di Albertini??? Con tutta la gente che c'è a Milano che si occupa di Internet e comunicazione...davvero un autogol pazzesco.
Ci vuole un bel coraggio a fare quelli di sinistra in questo modo...
Majorinooo, che diamine!
è la solita contraddizione. per vincere devono ... non fare quelli che parlano solo per la sinistra (che sarebbe pure buono); cioè... epperò, eccheccavoli... essere di sinistra, ma "fare finta" di essere di destra. :-)))
comunque in 5 che sono, tutti i candidati alle primarie dell'Unione insieme non son riusciti a trovare uno slogan come quello di "metterci in comune". Si profila una riedizione locale e senza attenuanti né morali né tantomeno storiche della famosa o famigerata "gioiosa macchina da guerra". Sapete se ci son Paesi che ricercano manodopera italiana? :-)))
Carolina
Suggerisco a tutti la lettura dell'articolo di Repubblica su questo incontro. I commenti dei politici sono la prova provata che Dario Fo ha ragione.
http://www.dsmilano.it/html/Pressroom/2005/12/rep5_1222_fo-critica-ds.htm
Fo deve accettare la prospettiva di fare l'Assessore alla cultura di un Comune guidato da altri di sinistra. Solo così qualcosa potrebbe cominciare a funzionare.
Carolina
"Altri di sinistra" chi? Ferrante?
Un mese fa il nanoridens dichiarò: "Pensavo che Ferrante fosse di centrodestra".
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=43319
Dov'è Ferrante?
UN NOBEL PER MILANO - Lettera di Dario Fo
(dal Blog di Beppe Grillo del 24/11/2005)
http://www.beppegrillo.it/2005/11/un_nobel_per_mi_1.html
Bruno non c'è
è andato via
Bruno non è di compagnia ...
I have a dream. A Bologna il giudizio su Angelo Guglielmi permane diverso da quello su Cofferati, e la sinistra governa.
Carolina
Oggi sono stato a un convegno/sala stampa organizzato/a da Fiorello Cortiana. All'incontro avrebbero dovuto partecipare anche i 3 candidati sindaci...
ma...
Dario Fo' era in ... ritardo?
...e la Moratti era impegnata alla camera.
Chi rimane? Ferrante, ovviamente.
Visto quello che viene riportato su questo blog, m'è sorto il dubbio che la cosa fosse architettata. Avete modo di contattare perlomendo Dario Fo' per verificare?
p.s. ritengo F.Cortiana una persona molto valida e onesta... però il dubbio è legittimo.
Carolina: ?
Cofferati non è Ferrante, Bologna non è Milano.
Guglielmi è assessore alla cultura a Bologna, Fo è candidato alle primarie del centrosx a Milano.
E queste benedette primarie s'hanno ancora da fare ...
... perché "deve"?
Non c'entra dove sia, I have a dream, purtroppo, e almeno a mio umile parere. C'entrano l'umiltà, il non dividere ulteriormente la sinistra, il non proporre come panacea il fatto che i bus vadano a colza, il ricordarsi che il 12 dicembre 1969 in quanto almeno '69 era 36 e non trenta anni fa al contrario di quanto ha detto ultimamente in tv. Nessuno discute che sia un'ottima persona Fo, ma se come assessore alla cultura ci darebbe prestigio e credo pure proprio iniziative molto più sfavillanti e interessanti delle attuali, come sindaco sarebbe un disastro fattivamente (non personalmente e non ideologicamente). Deve perché, se non altro, è molto stanco.
Carolina
L'arzillo Nobel Fo è persona viva, schietta e diretta e le sue posizioni hanno almeno il pregio di essere chiare e orgogliosamente di parte.
Per sperare in un rinnovamento della politica è necessario sostenere uomini e donne come lui, dei catalizzatori di energie, persone in grado di rappresentare e trasmettere idee e valori forti, di creare aggregazione.
I "mutanti" li apprezzo, ma solo nei fumetti della Marvel.
Per "non dividere ulteriormente la sinistra" (quella legale, cioè i partiti) dobbiamo davvero rinunciare a fare politica?
Ci aspetta un futuro di cloni di Silvio e Letizia nel "Partito Transgenico dei Democratici"?
Beh, che dire? :-) Se ci trombiamo fra di noi sicuramente. :-(((
Carolina
Fo si è autocandidato ed è stato accolto da Rifondazione per una sorta di premio alla carriera, menzione d'onore per quello che rappresenta e per l'affetto che lo circonda.
Oggi c'è su Repubblica un'intervista a Rocchi e secondo me traspare abbastanza chiaramente che non è il loro candidato ideale, per approccio, per proposte, per obiettivi. Ma dato che hanno già deciso che la sfida è persa e visto che un rifiuto avrebbe sollevato polemiche a non finire, si sono adagiati sulla linea dell'appoggio.
Non so se la mia lettura è wishful thinking o realmente stanno così le cose. Io so che c'è un'area di elettori a sinistra che galleggia in uno spazio che non coincide unicamente con un solo partito, ma che piuttosto si muove nell'intersezione tra ds, rifondazione, verdi e pcdi, passando dall'uno all'altro a seconda delle proposte e delle persone presentate in un dato momento. Quando ci si lamenta dell'inappetibilità dei nomi fatti per queste primarie, oltre alla blindatura su Ferrante, bisognerebbe gettare lo sguardo anche sulle scelte dell'ala sinistra.
Io penso che Fo rappresenti una posizione di bandiera, con un alto valore simbolico, ma che incarni anche il non aver voluto proporre una reale alternativa, credibile e di programma al candidato dei partiti dell'ulivo. Il punto non è essere schierati o meno, oppure di cantare le cose come stanno o paludarsi, il punto è che politicamente Fo è un passivo. Oddio in realtà c'è un limite che sta ancora più a monte, Fo non vede neanche la dimensione politica delle cose, quella in cui i bisogni e i diritti si incontrano con le azioni necessarie a realizzarli.
Non penso che ci debba essere un impedimento obbligatorio all'ingresso nella politica rappresentativa di persone che ci arrivano per altri percorsi - anche se io sono abbastanza sulla linea francese: se devi amministrare sarebbe il caso che andassi a studiare nelle écoles dove si impara a farlo -, anzi abbiamo dei begli esempi nelle ultime tornate elettorali di gente emersa da tutt'altri ambiti ma con concretezza e combattività tanti decotti apparati di partito: Soru, Emiliano a Bari, Borsellino.
Però ci devono essere le capacità e non si deve per forza saper far tutto nella vita. Fo non è capace. E' un grandissimo artista. Fa politica attraverso i suoi spettacoli da decenni. Eppure non è in grado di fare da sindaco.
Perché su queste cose diventa un passivo, uno che insegue gli eventi, si fa dettare la sua linea di azione da quello che succede (c'è una protesta e vado, anche se poco c'entra con ciò per cui mi propongo), e dagli avversari, trovando nella polemica con questi dei punti di distinzione per sè, che evidentemente di suo non ha.
Conta poco che la ragione della sua protesta abbia merito o meno, comunque il suo atteggiamento non è da candidato. Dicono anche qui sopra che il più vitale e gioioso. Sul carattere non discuto, uno combattivo di certo non incassa in silenzio, ma poi controbatte, rilancia, pur partendo in inferiorità cerca di proporsi facendo leva sulla forza delle proprie idee, sulle differenze. Scusate: non si piange addosso. L'unica cosa che ho veramente apprezzato da parte sua è stato il dichiarare con chiarezza la propria indisponibilità a entrare in giunta in caso di sconfitta.
Una scelta coraggiosa da parte di Rifondazione sarebbe stata candidare Rocchi stesso. Uno interno, per dire, questi siamo noi con la nostra linea e siamo qui per giocarcela, tant'è che non abbiamo paura a candidare un poco noto. Come ho detto capisco perché si sono comportati diversamente. Di fatto però hanno impedito ci fosse un'alternativa. Fo non lo è, non lo posso votare, e non perché troppo radicale.
ciao
io vorrei un'école dove si imparassero cose tipo:
- che non è poi così necessario ingoiare sempre rospi. i rospi per esempio si possono baciare, cucinare, galvanizzare, guardar saltare o pescare con una retina. se uno li ingoia sono fatti suoi, e dopo non può dettare legge agli altri. :-)
- che non devi essere no global, comunista o anarchico per essere un vero contestatore. per esempio una può fare una splendida aria da pin up accigliata e smollare una borsettata sulla faccia di un politico o di un agente di polizia. il punto è che dev'essere un gesto di una signora chic ingiustamente insolentita, altrimenti diventa oltraggio o resistenza al pubblico ufficiale e poi va sui giornali insieme alle cazzate di Pisanu.
- che un conto è la liceità di una qualsiasi conferenza fatta in qualsiasi modo - una sul tartufo bianco d'Alba accompagnato da una degustazione e da un coup de théatre di Fo sarebbe andata altrettanto bene di questa se non meglio di per sé; un altro conto è il momento che vivono la città e i suoi abitanti. e qui era proprio meglio contestualizzare: diciamo una conferenza sulla valorizzazione del patrimonio botanico con Corritore che fa leggere alla moglie oltre un brano sul suo piano, che sembra scomparso per ridurre il numero (900 mila) auto che girano ogni giorno a Milano? O Ferrante ci spiega quanti alberi vengono abbattuti per i quotidiani che sono controllati dal nano, e non dai DS? Ecco, così forse ci potrei stare.
Carolina
oltre: ai progetti di roadpricing e Internet pubblico. che sembra scomparso per inciso.
Carolina
FO NUN JE LA PO' FA
Rifondazione Comunista, avendo già deciso in partenza di perdere le primarie del centrosinistra a Milano, dopo aver duramente lottato con gli altri partiti dell'Unione per ottenerle, non avendo avuto il coraggio di proporre all'elettorato "uno poco noto" (ma "interno"), Mr. Nessuno Rocchi (la cui esistenza è stata finalmente dimostrata, dopo lunghe ricerche culminate addirittura in una intervista, da un detective appositamente incaricato da Repubblica), decide di assecondare i capricci del noto premio Nobel per la letteratura Dario Fo appoggiandone la candidatura "per una sorta di premio alla carriera" e per evitare le polemiche inevitabilmente conseguenti ad un rifiuto.
Fo, infatti, non è il candidato ideale di Rifondazione Comunista (e lo si capisce bene dall'intervista rilasciata al detective-giornalista di Repubblica da Mr. Nessuno Rocchi); "per approccio, per proposte, per obiettivi", non incarna una reale alternativa.
Perché?
Perché non incarna una reale alternativa e non è in grado di fare il sindaco, anzi "da sindaco".
E perché?
E' presto detto:
1) E' un "passivo" (politicamente parlando, ovviamente, o almeno si spera);
2) Non è in grado di vedere la "dimensione politica delle cose": quella in cui "i bisogni ed i diritti si incontrano con le azioni necessarie a realizzarli" (sic);
3) Non ha studiato nelle "écoles dove si impara ad amministrare".
La mancanza di tale requisito, in verità, non costituisce e non dovrebbe costituire impedimento "all'ingresso nella politica rappresentativa" (sic) e non è nemmeno indicatore di incapacità nell'esercizio di cariche elettive pubbliche di rilievo: lo testimoniano le eroiche imprese dei tanti politici che, senza formazione specifica, dimostrano di sapere il fatto loro.
Il caso di Dario Fo è però diverso: lui "nun je la po' fa".
Perché?
Perché "nun je la po' fa".
Fo non ragiona. Non pianifica.
Improvvisa.
Quando "c'è una protesta" lui va. Anche se "la protesta" non ha molta attinenza con le sue idee, i suoi programmi, i suoi propositi, lui va.
E parla, parla, parla ...
E' fatto così. E alla sua età mica si cambia.
4) Non conta tanto quello che dice: il suo atteggiamento non è comunque da candidato.
Perché?
Perché è un "passivo".
Un candidato professionista, quando cerca di sottrarsi al confronto con gli altri candidati o quando rilascia dichiarazioni senza possibilità di replica da parte dei giornalisti, lo fa attivamente.
Dario Fo no. Lui ritiene che un politico debba esporsi ad un confronto reale, aperto.
Ma anche quando sembra dimostrare di non voler incassare, quando sembra di voler rilanciare e di controbattere ... è passivo.
Anche quando "partendo in inferiorità", "cerca di proporsi facendo leva sulla forza delle proprie idee, sulle differenze" anche quando sembra aver "smerdato" l'interlocutore ... lo fa passivamente.
E' fatto così. E alla sua età mica si cambia.
L'unica cosa che apprezzo di lui è la chiarezza nel dichiarare che in caso di sconfitta (assolutamente certa: del resto lo ha già deciso in partenza Rifondazione) si toglierà definitivamente dai coglioni.
Ma allora, verrebbe da chiedersi, perché mai uno come Dario Fo ha deciso di candidarsi alle primarie?
Voci "interne" sussurrano che sia a causa del prestigioso "premio alla carriera" di Rifondazione, da anni segretamente ambito dal Nobel.
Forse, va detto, un po' troppo passivamente.
I have a dream, trovo ingiusto sminuire così Dario Fo.
E' un'ottima persona, un grande intellettuale e un grand'uomo impegnato.
Per me non potrebbe fare il sindaco, ma ribadisco che potrebbe benissimo fare l'assessore alla cultura di una Milano guidata dal centrosinistra, anzi. Scelta che potrebbe benissimo fare invece di star dietro a tutti i vari compagnuzzi della parrocchietta anche sue controparti e dare gli ultimatum del tipo che o vince o non può avere a che fare con nessun altro.
Purtroppo però probabilmente entrando nel gioco pessimo della politica attuale è in condizione di dare solo il peggio di sé e di ciò mi rammarico.
Sarebbe così bello se, almeno, allora giocasse proprio a carte scoperte e smerdasse un po' pure alcuni dirigenti di Rifondazione... che temo molto siano dei peggiori mediatori di quanto sia lui stesso.
Carolina
"I have a dream, trovo ingiusto sminuire così Dario Fo".
Io penso che sarebbe un ottimo sindaco per Milano, l'anti-Moratti per eccellenza.
Purtroppo non la pensa così "Antonio" (qualche post più su).
Boh, non capivo dove lo quotavi e dove lo criticavi. Io non sono d'accordo con Fo sindaco, ma lo vedrei molto bene in un ruolo di politica culturale, e lo vedo invece poco bene a scendere in queste diatribe.
Carolina
> Ma allora, verrebbe da chiedersi, perché mai uno
> come Dario Fo ha deciso di candidarsi alle primarie?
Egocentrismo. E' una cosa tipica milanese. Hai presente gli anni '80? Ecco Milano è uscita a pezzi da lì, con tanti atomi che schizzano via e vedono solo se stessi.
Ma chissenefrega anche. Le motivazioni sono sue, finché è in grado di portare avanti certe battaglie. Secondo me Fo non lo è. Poi vabbhè per come stiam messi qualsiasi cosa va bene.
Antonio: riciclo (un po' rimaneggiandola) un pezzo di mail scritta all'amico Paolo a proposito della candidatura di Dario Fo. Visto che sono un acceso sostenitore di Davide Corritore (a cui Fo sottrae spazio mediatico) sono consapevole di darmi la zappa sui piedi. Ma ne vale la pena.
Lui e' "sceso in campo" con motivazioni simili alle mie, ma dall'alto di un Nobel (scusa se e' poco): l'amore per Milano, il sogno di vedere la città - ripulita dai banditi - che rinasce.
Egocentrismo? Ma no, ha un Nobel in tasca e folle adoranti, che altro potrebbe volere?
Dario non cerca nulla, non ha bisogno di nulla, e' disinteressato, genuino e spontaneo. Leggerlo egoista e' miope. E anche se diventasse sindaco saremmo nel delirio (e' circondato da una corte di
nani e ballerine da far concorrenza ai DS), istintivamente non posso che provare comunque gratitudine per lui e Franca.
Queste primarie farlocche, tristi e caratterizzate soprattutto dalla mediocrita' dei burattinai, senza di loro non avrebbero neppure il po' di interesse che paradossalmente deriva dall'impegno di un magnifico giullare 80enne che ancora si emoziona come un ragazzino.
Alberto, della generosità di Fo non c'è alcun dubbio. E nemmeno della grandezza. E neppure dell'egocentrismo (non è un problema di per sè).
Qua avevo un messaggio già pronto in cui cerco di chiarire le mie perplessità. Che stanno a monte e riguardano un problema culturale della sinistra.
Poi magari sono io fissato con queste cose, e insomma ognuno ha le sue.
Rispondevo a i have a dream:
Poi guarda ti dico una cosa. Io ho cominciato a votare all'incirca nel 92, mi sono beccato in pieno tutta la fase della disgregazione del pci e del lunghissimo lutto ad elaborazione ancora in corso che ne è seguita. Con la parte istituzionale che ha inseguito un astratto e terrificante partito riformista (riforma de che?) che non scalda i cuori di nessuno. E con la parte movimentista che promette da allora e con toni messianici che arriverà il momento topico della piazza e tutti i nodi verranno al pettine e il re finalmente si mostrerà nudo. Arriverà...
Li stiamo. Sono 15 anni che ci vengono sfraccicati i coglioni in polemiche tutte interne, ombelicali, su identità informi che faticano a delinearsi. Nel frattempo i temi e i soggetti della sinistra, il proletariato si sarebbe detto un tempo, una società equa diciamo oggi, passano in secondo piano. Sono più importanti il partito riformista e la straminchia della piazza spontanea.
Nota a margine: Bertinotti ci ha messo i suoi 7/8 anni aspettando ed aprendosi ai movimenti, alla spinta dal basso e tutti i nessi e connessi, poi a un certo punto si è accorto pure lui che senza un'elaborazione, senza una politica alla vecchia maniera in cui almeno qualcuno per sbaglio uno schemino di quello che si vuole fare lo butta giù, non si va da nessuna parte. Prima questo era patrimonio comune e assodato: ci si dava grandissime mazzate in punta di dottrina, ma mai farsi cogliere impreparati. Massicci, precisi, inappuntabili sia di fronte all'avversario interno, che nei confronti del nemico di classe. Mica chiacchiere, se si vuole incidere bisogna essere preparati.
Ora, io voglio dei rappresentanti che stiano lì con la convinzione di difendere gli interessi della società che rappresentano, secondo i valori della parte a cui appartengano. Che poi le due cose coincidono largamente. Chi sta a sinistra infatti ritiene che costruire una società più giusta sia IL modo di migliorare l'INTERA società. E' semplice.
Io voglio un Evo Morales. Datemi uno che ci tiene fino al midollo a battersi per migliorare le cose, a dare un destino diverso al suo popolo.
Cito: <<I contratti con le compagnie petrolifere sono illegali e anticostituzionali: sono stati firmati quando il greggio era a 18 dollari e ora ne vale più di 60>>
Ora sentiamo Fo (vado a memoria):
<<Sono stato qui e là e Ferrante non c'era>>
Ancora:
<<La lotta contro il traffico di droga non può continuare a servire a pretesto per interessi geopolitici>>(degli Stati Uniti), ha dichiarato.
In due frasi ti ha spiegato il problema del suo paese e dove bisogna intervenire. Senza tanti giri di parole, costruzioni di paradossi, affabulazioni.
Sentiamo di nuovo Fo:
<< Le primarie sono una farsa, c'è l'inciucio dei partiti e della stampa. Sono penalizzato. >>
O-Ok. E poi? Su Milano qualcosa? Che facciamo per risolvere i problemi di Milano?
Datemi uno che a livello nazionale dica "via le basi militari fuori giurisdizione degli americani" e che poi lo ottenga. Chi è? Renato Soru, un moderato, che eppure riesce a essere incisivo quello che deve. Idem sull'abusivismo, idem sui decoder, e altri temi in difesa del "continente".
Gente così convince e compatta tutto l'elettorato di sinistra. Anche su posizioni difficili. Perché hai la certezza che le persegue non per vezzo o per maniera.
Datemi qua a Milano uno che si profonda in un decimo delle iperboli di Fo, ma rimanendo in tema e con la convinzione di portare la questione fino in fondo.
Meno miel, gli italiani imparino dai fratelli di oltreoceano, o dagli iberici e concretissimi zapateristi, di cui si invoca il nome ma non si studia l'esempio.
Utopia: un candidato che stenda una mappa di Milano e pronunci la parola magica: piano regolatore? Come lo vogliamo fare?
WOW, Antonio. Piano regolatore subito!!!
Carolina
LE PRIORITA’ DI DARIO FO PER MILANO (dal sito http://www.dariofo.it)
“Salvare i cittadini milanesi dai danni dell’inquinamento provocato dai combustibili per trazione e per riscaldamento.
Per l’inquinamento ogni anno muoiono circa 1300 persone e si perdono circa 800.000 giornate di lavoro. Occorrono interventi immediati (blocco del traffico e aumento del trasporto pubblico fino al rientro nei limiti consentiti), di medio periodo (sostituzione per ordinanza del gasolio per trazione con biocomustibili e di quello per riscaldamento con metano, di lungo medio-lungo periodo (chiusura del centro al traffico privato e costruzione di isole intermodali intorno alla città).
La città centrifuga.
Milano è al centro di un grande movimento di uomini, mezzi e merci: vi si viene per lavorare e per cercare lavoro, per comprare, per vendere, per studiare, con mezzi pubblici e privati: questa città va riprogettata, rovesciando radicalmente la logica accentratrice che la governa e la soffoca. Quindi “svuotare” Milano: del traffico e quindi dell’inquinamento; svuotare la sua amministrazione che riduce i servizi ai cittadini al livello da terzo mondo a favore di una rete di municipalità alle quali trasferire le funzioni dei suoi assessorati: servizi sociali, cultura, territorio; svuotarla dell’idea di essere un centro vivo circondato da periferie morte da destinare alla speculazione, per fare di ogni periferia il centro di una comunità nella quale i cittadini si possono riconoscere.
Il territorio, la casa.
L’accentramento di funzioni e servizi aumenta il valore del terreno del centro e ne caccia i redditi medio bassi che sono costretti ad andare ad abitare nell’hinterland, aumentando il problema del pendolarismo, quindi del traffico e dell’inquinamento. La città centrifuga riequilibra i costi immobiliari e ripristina l’equilibrio tra edilizia residenziale ed edilizia convenzionata e popolare. Nel centro storico devono essere ripristinate e allargate le aree a edilizia convenzionata e rigettati progetti come quelli della Fiera e dell’Isola che prevedono milioni di metri cubi senza un centimetro di edilizia convenzionata. Che senso ha un nuovo grattacielo della Regione Isola che porta in centro altre funzioni amministrative e costringe le periferie ad andare in centro con il conseguente aumento traffico, congestione, inquinamento per la città?
Difesa dei beni comuni.
Le aziende di interesse collettivo devono rimanere o tornare sotto il controllo pubblico. In sostanza a un malinteso principio di sussidiarietà “il pubblico faccia solo quello che non può fare il privato” bisogna contrapporre il ragionamento “perché non può essere una mano pubblica, a cogliere gli utili di una presenza sul mercato nei settori dei servizi a rete?”
Bilancio partecipato e luogo comune.
Comitati e associazioni hanno costruito nel tempo un tessuto di soggetti che sul territorio si organizzano in rappresentanza di interesse specifici e autoorganizzano per gestire pezzi di beni comuni, esprimendo in questo modo una volontà di partecipazione che costituisce l’elemento determinante per superare la crisi di rapporto tra partiti e cittadini e rinnovare forme e contenuti della politica. Cogliere queste risorse, metterle in rete, interagire con loro è una necessità per rinnovare concretamente il rapporto tra politica e società, tra partiti e soggetti sociali. Non solo bilancio partecipato ma istituire a livello istituzionale, quindi con un intervento statutario, un “Luogo comune”, uno spazio tra amministrazione e cittadinanza, nel quale i cittadini che si autorganizzano in comitati e associazioni possano fare ricerca, elaborazione, definire progetti con l’amministrazione e verificarne della loro realizzazione.”
Queste le priorità di Dario Fo per Milano in uno “schemino” di 535 parole.
Vabbé Antonio, Dario Fo non sarà Che Guevara... ma un sostegno alla sua candidatura a sindaco potrebbe essere una ottima occasione per prendere in considerazione la possibilità di chiudere definitivamente e positivamente quel processo ultradecennale di “elaborazione del lutto” di cui parli.
“Attivamente”, si intende...