Comunicato stampa di Marilena Adamo
Caso Buzzi e aborto farmacologico: basta con il furore ideologico contro le donne e la medicina
E' ora che da Milano si alzi un forte e deciso “basta”al furore ideologico che si scatena ogni volta che si sfiori a qualsiasi titolo il tema della 194 (interruzione volontaria gravidanza).
Formigoni arriva a minacciare denunce penali contro il prof.Nicolini che utilizza in alternativa all'intervento chirurgico un farmaco perfettamente legittimo, circolante in Italia. La legge vigente in Italia non dice affatto con quale metodica debba essere effettuata l'interruzione di gravidanza e peraltro l'intervento farmacologico può essere più adatto in alcune situazioni, meno in altre: sta alla donna nel rapporto con il medico decidere. Se c'è una possibilità di scegliere perchè impedirlo? C'è il terrore che sia “più facile”: a parte questo accanimento per cui è sempre meglio comunque far soffrire le donne, non è affatto vero, anzi nei casi di persone sole e senza sostegni psicologici è forse meglio evitarlo; ma in altri casi invece - pensiamo alle difficoltà fisiche o psicologiche di fronte all'anestesia totale e ad un intervento chirurgico invasivo - è un'alternativa valida che può essere offerta. Questo, credo, dovrebbe fare un'istituzione pubblica, laicamente. Ed esattamente in questo senso si espresse lo scorso Dicembre il Consiglio Comunale di Milano che votò un emendamento al bilancio finalizzato proprio ad azioni di informazione e sostegno all'introduzione delle metodiche farmacologiche. A questo proposito è pertinente chiedere all'allora Assessore Maiolo perché non se ne è fatto nulla e dove siano finiti i fondi stanziati.
Che razza di gente!
Tra l'altro ho letto che i medici disposti a praticare l'aborto sono in continua diminuzione soprattutto tra i giovani, pare infatti che praticare l'aborto crei problemi alla carriera, impossibile essere assunti in ospedali cattolici, difficile avanzare anche nelle strutture pubbliche, devo ancora avere l'articolo da qualche parte.
vogliamo ricordare anche l'elevato rischio per la donna di infezioni letali da Clostridium Sordelli (un bigatto rarissimo che colpisce donne sane sino al momento dell'aborto farmacologico) a seguito dell'uso di RU 486?
prima di dare giudizi semplicistici suggerirei la lettura di "La favola dell'aborto facile. Miti e realtà della pillola RU 486" di Morresi Roccella, Franco Angeli Editore 2006
Ogni volta che si intrapprendono vie nuove meno traumatiche per le donne i cattolici alla Formigoni insorgono, sorretti dal loro incrollabile misoginismo. Il Prof. Nicolini è un ricercatore serio, formatosi in prestigiosi centri di ricerca GB e USA, che impiega le sue conoscenze per una medicina dalla parte delle donne. Perché si continua a votare gente che sta portando la sanità lombarda allo sfacio e punisce ogni innovazione umanitaria? Dovrebbero rispondere le donne della Lombardia.
Attilio
A proposito dei medici antiabortisti mi viene in mente un servizio delle Iene che documentava come ad Ischia (mi pare) nel locale ospedale non si praticasse l'aborto che invece veniva praticato da alcuni medici privatamente; altri sanitari inviavano a colleghi che, sempre privatamente, lo eseguivano nei propri ambulatori. Solo pochi medici erano veri obiettori. La vicenda è in mano alla Magistratura.
Come sarà a Milano?