Cominciamo dall'aspetto positivo: questo film è un buon modo per imparare qualcosa sulla realtà della Los Angeles chicana, dove a una dignitosa povertà si va lentamente sostituendo una società caucasica rampante, che si incunea tra le tradizioni importate dal Messico, facendo leva sulla voglia di rivalsa e benessere delle nuove generazioni. Magdalena è la Quinceañera - una ragazza al pelo della tradizionale festa messicana dell'ingresso nell'età adulta - che resta incinta vergine non per miracolo divino, ma a causa di uno spermatozoo maratoneta. Magdalena, ripudiata dal padre predicatore bacchettone, trova rifugio a casa dello zio assieme a Carlos, anche lui ripudiato per la sua omosessualità. Come al solito non sono molto d'accordo con Alberto. La regia rozza, senza inquadrature patinate è una scelta stilistica di stampo neo-realista. Prvilegia l'autenticità dei dialoghi e delle scene, piuttosto che l'intrattenimento dello spettatore. Un esempio tra i tanti: i dialoghi tra le amiche/cugine quindicenni appaiono noiosi, perchè privi di contenuti interessanti. Che dire, la realtà è spesso noiosa. Ciò che la rende interessante è l'umanità che racconta. E a me la "commedia umana" non annoia.