
Mentre Libero
riprende [pdf 88 Kb] uno dei temi della
nostra inchiesta su ASAM, la faraonioca sede al quinto piano di via Santa Redegonda (aggiungendo un particolare nuovo e imbarazzante, l'affitto fantasma pagato dalla provincia - cioè noi - per i 450 netri quadrati della sede è stato portato da 128mila a 240mila euro annui), qualcuno comincia a rendersi conto che per essere a capitale pubblico, le mosse della società tanto fortemente voluta da dal presidente provinciale e dalle sue eminenze grigioscure si fanno sempre più inquietanti, fino a sollevare pesanti critiche nella stessa maggioranza.
Roberto Caputo, consigliere della maggioranza di Penati in forza alla Margherita, ha deciso che non ci sta e rilascia questa dichiarazione a Omnimilano:
«Sono imbarazzato e umiliato come consigliere provinciale, questo è un problema di dignità del consiglio provinciale, e a questo punto ne faccio una battaglia
politica».
Lo sfogo del consigliere deriva da un'intervista rilasciata al
Sole 24 Ore [pdf 126 Kb] da Giulio Sapelli (superboiardo provinciale da 180mila euro l'anno e vari
fringe benefit per la poltrona di presidente dell'ASAM):
«La via più convincente per finanziare la realizzazione della Pedemontana e la Tem, che sono le priorità dell'Asam ma richiedono un volume di investimenti dell'ordine del 6 miliardi di euro, è l'emissione di local bond dell'Agenzia con rendimenti sicuri per gli investitori e costi contenuti per l'emittente».
Giulio Sapelli superboiardo provinciale da 180mila euro l'anno e vari
fringe benefit), non si accontenta di un debito incolmabile (ASAM non è in grado di produrre utile sufficiente sia a coprire gli oneri passivi, sia a ridurre il debito con Banca Intesa (per contratto doveva essere restituito dopo un anno, ma che ha dovuto essere rinegoziato). Niente affatto. Per ridudrre l'indebitamento, il mago della finanza "prestato alla politica" (oddio, "prestato" a 180mila euro l'anno e vari
fringe benefit) decide di emettere un'obbligazione societaria.
In parole povere: i due presidenti si sono fatti prestare soldi per comprare un'autostrada che non sanno far rendere (o che non può rendere), quindi continua a generare perdite. Ora decidono di farsi prestare altri soldi con cui tentare di tamponare la falla, ma producendone al contempo un'altra, di un'ordine di grandezza più vasta. Finanza d'assalto senza scrupoli, spacciata per pubblica (ma totalmente sottratta al controllo democratico del consiglio), che di pubblico ha solo il debito. Il tutto - spiega Sapelli senza neppure mostrare una punta di vergogna, gran cosa essere un top-manager - in nome
«dell'efficienza finanziaria e della trasparenza» .