«Chiedo una pena esemplare - concluse in crescendo il pm Antonio Lojacono - affinché nessun "professorucolo" domani possa venire a togliere la libertà a un innocente". Dalla gabbia degli imputati, Aldo Braibanti, l'unico imputato ritenuto colpevole del reato di plagio nella storia giudiziaria italiana, si limitò a deglutire alzando il capo. Così le cronache. Era il luglio del 1968 ed esemplare in effetti arrivò la legnata: 9 anni di carcere, poco meno di quanti ne toccarono ai responsabili del disastro del Vajont con i suoi 2.000 morti». Oggi il "professorucolo", che in quella specie di selvaggia ordalia fu pure definito "pervertitore di spiriti" e "reincarnazione del demonio", ha 85 anni;per correttezza va ricordato che neanche allora, sopratutto, grazie a pannella mancò la solidarietà a braibanti. L'uso della bacchelli, peraltro in questa circostanza sembra un po forzato era prevista per personalità che avevano meriti non per ripianare torti subiti, anche perchè di innocenti perseguitati sono piene le galere e i tribunali. Comunque buon per lui.
Fu il classico processo senza alcuna prova, peraltro fondato sull'idea, a dir poco discutibile, di "plagio". Un esempio per chi ancora oggi vuole criminalizzare le idee (buone o cattive che siano).
Questo per il buon berja che tanto li odia:
"..Ma a tirare fuori Braibanti dalla galera fu più di ogni altro Marco Pannella e un piccolo drappello di radicali. "Braibanti - scrisse - è il nome dato ad autobiografie più o meno interiori che non osano confessarsi"."
non mi evocare, potresti averne danno.
detesto i radicali per cio' che sono diventati, non per cio' che furno.
Capito.
Tornatene nella tua caverna.