car2go e la pancia dei milanesi

car2go“Ciao a tutti, continuate a richiederci di aumentare la disponibilità di car2go nelle aree della città dove la domanda è maggiore e ridurne l’accumulo dove invece restano inutilizzate anche per diversi giorni. Per soddisfare le vostre esigenze di mobilità, il 17 agosto introdurremo un sistema di incentivi e disincentivi al fine di ottimizzare la dislocazione delle nostre car2go a Milano.”

Il brano che precede è tratto dal comunicato con cui car2go Milano ha risposto alle critiche sulla tassa di parcheggio in periferia. Certo, la via dell’incentivo a chi lascia l’auto in centro, piuttosto che la penalità a chi la lascia in periferia, sarebbe stata preferibile. Tuttavia il coro inferocito di “boicotta”, “il comune non vi deve rinnovare la convenzione”, “truffatori”, “ricatto”, “tradimento” e altre reazioni di pancia appare ingiustificato quanto la “perplessità” del sindaco Pisapia.

Da altri maggiorenti locali arrivano esternazioni pittoresche da rasentare spesso il ridicolo, un esempio per tutti Alessandro Giungi (PD): “La richiesta a Car2go è di tornare indietro rispetto a tale vessatoria decisione in caso contrario l’amministrazione comunale dovrà valutare tutte le possibili opzioni legali per tutelare i suoi cittadini da un servizio che nasce con lo spirito di unire e non dividere il centro e il resto della città” (un consigliere comunale di Milano ancora ignaro del fatto che un’impresa nasce per fare business e non per “unire e non dividere” chicchessia non è rassicurante).  In sintesi:

  1. car2go è un’azienda privata e deve fare utile. Se per fare utile occorrono dei correttivi alle politiche commerciali, car2go ha il diritto di applicarli, ovviamente nel rispetto dei contratti con gli utenti e dell’accordo col Comune.
  2. L’Italia fa parte di in un libero mercato capitalista occidentale. Se un’azienda offre un servizio che non piace più, basta smettere di utilizzarlo. Il resto è aria fritta. Le alternative non mancano.
  3. La maggioranza di chi usa il car sharing considera più penalizzante la difficoltà a trovare un’auto in centro di sera rispetto all’extra-costo per lasciarla in periferia. Questa scelta di car2go è la risposta a una lunga serie di lamentele da parte degli utenti, esasperati dalla concentrazione di auto in periferia alla sera.
  4. Per risolvere il proprio problema personale non occorre strapparsi le vesti o invocare la crocifissione del management car2go, basta lasciare la vettura vicino alla fermata di un mezzo pubblico che va verso la propria zona.
  5. Quelli che abitano in periferia e protestano, come facevano a muoversi prima che arrivasse il car sharing?

Da ultimo. Enjoy è ancora più irreperibile di car2go, ha applicato una tassa ben più assurda sui secondi 15 minuti di margine per raggiungere l’auto, funziona si e no, ha un customer care da Terzo Mondo, proibisce di usare il sistema di comunicazione integrato imponendo l’indegno call center, le vetture sono spesso a secco di benzina, l’assistenza sistematicamente se ne frega di segnalazioni e richieste di rimborso per perdite subite a causa dei malfunzionamenti del sistema. Eccetera. Rompere un po’ le palle anche a loro?

Thread vari su facebook:

  1. il rilancio di questo post
  2. su un post di Enrico Fedrighini
  3. sul secondo comunicato car2go