Giuseppe Sala e l’altro Rotafixa per Milano

Marco MazzeiA Roma c’è Virginia Raggi che ha messo la ciclabilità in mano a un cicloattivista, Paolo “Rotafixa” Bellino. A Milano dopo Maran (finito all’urbanistica, evidentemente grazie ad ulteriori competenze occulte) arrivano prima Granelli e poi il “controesodo”. Automobilisti ancora abbronzati e già nevrotizzati, fermi in coda o lanciati sui viali al doppio della velocità codice, a fare il pelo a ciclisti o in seconda fila davanti alla gelateria, indifferenti a strisce e precedenze.

A margine visto che repetita iuvant: a Milano l’illegalità non è praticata da “clandestini” nelle presunte “banlieue” nostrane (come si millanta a destra e sinistra), ma da ragionieri e dottori al volante. Altro che ISIS: ci dice ISTAT che ogni anno gli automobilisti milanesi si impegnano a battere il record di vittime: ce la faranno nel 2016 a superare il record dell’anno precedente di 4 morti innocenti al mese?  Fine a margine.

Milano è un città molto ciclabile, piatta, relativamente piccola, dunque perfetta per sperimentare la mobilità del futuro. Non è facile, si oppongono infinite lobby, a difendere i propri interessi in gran parte presunti, ma la storia insegna che valorizzando la modalità sostenibile la società cresce, migliora, diventa più sana, sicura, solidale. Abbiamo già gli occhi puntati addosso, potremmo dare spettacolo di modernità e invece cadiamo sempre nella sciuretta mechata, passata dalla Smart alla 500 Abarth perché lo dice Lapo.

Come da previsioni Giuseppe Sala non ha ancora fatto, ma neppure detto nulla e poco ci si può aspettare da lui e dal signor Granelli, assessore (stavolta) alla mobilità, il quale non sembra poter uscire autonomamente da modelli che risalgono al millennio scorso. Quindi ci vorrebbe un Rotafixa anche qui.

Ah, ce l’abbiamo?

Bé, non proprio un Rotafixa, c’è un tipo diverso, ma altrettanto appassionato di quella mobilità nuova e sana che può rendere più felice la città. Si è fatto un mazzo così tutto l’inverno per accompagnare a scuola schiere di marmocchi a pedali, sottraendoli al SUV e facendoli divertire. Ha pure preso mille voti, ha creatività, cultura, professionalità, una professione, esperienza.

Cosa si aspetta a nominarlo bike manager di Milano?