Un candidato della Società
di Carlo Bernardini, Andrea Camilleri, Sandrone Dazieri, Domenico De Masi, Paolo Flores d'Arcais, don Andrea Gallo, Lidia Ravera, Marco Travaglio, Gianni Vattimo
Le primarie possono essere un momento di democrazia, cioè di potere restituito ai cittadini, oppure di manipolazione del consenso da parte degli apparati. E infine possono essere innocue, inutili, quindi deprimenti. Quale di queste possibilità, dipende dai dettagli.
Due, soprattutto (per quanto riguarda le primarie autunnali del centro-sinistra). Che la campagna elettorale si svolga in autentica par condicio. Il che si può ottenere in un solo modo: con l’impegno solenne e istituzionalizzato di una campagna fatta esclusivamente per confronti - televisivi, sui giornali, nei teatri e nelle piazze - ai quali partecipano tutti i candidati alla candidatura. Altrimenti, la disparità di risorse, finanziarie, organizzative e di esposizione mediatica, incide sciaguratamente sulla libera decisione dei votanti.
Una campagna costretta in questa dimensione egualitaria avrebbe l’ulteriore vantaggio democratico di costringere i candidati ad argomentare, e null’altro. Non conterebbero i creativi pubblicitari, ma solo l’efficacia del ragionare in pubblico e in contraddittorio.
Secondo “dettaglio”: che non vi siano solo candidati degli schieramenti partitici. Che vi sia almeno un candidato vero della “società civile” (uso un termine approssimativo e magari fuorviante, ma sono certo che ci capiamo perfettamente). Altrimenti tutto si ridurrà alla conta di quanto pesi lo schieramento Ds-Margherita rispetto a quello bertinottiano. E troppi cittadini resteranno a casa. Né vale l’obiezione che un tale candidato non avrebbe chance di battere Prodi. Neanche gli altri (di partito), infatti. Ma il senso delle primarie è quello di coinvolgere tutto il potenziale attivo del centro-sinistra, dunque anche i tantissimi cittadini senza tessera che hanno partecipato alla stagione dei “movimenti”, offrendo loro di manifestare attraverso un nome le diverse anime e intensità della democrazia e del riformismo italiani. Del resto, senza questa partecipazione piena, che solo le due condizioni richiamate possono assicurare, la stessa legittimazione di Prodi in quanto leader popolare ne sarebbe menomata (e Prodi, anziché leader dello schieramento, ne sarebbe solo il candidato: il che è ben diverso). Ecco perché pensiamo che individuare un candidato della società civile non sia frammentare ulteriormente il panorama del centro-sinistra, ma rendere un servizio essenziale all’unità dei cittadini per sconfiggere il berlusconismo.
P.S. Potremmo anche fare un nome. Ma quello che conta è il principio, e se e quanto consenso troverà. Le adesioni - individuali e di circoli e associazioni - possono essere inviate a: primarie@infinito.it