Che c'entra Goebbels con la Titti?
Oggi in Consiglio comunale si è ancora parlato (si fa per dire) dei profughi di via Lecco. In realtà la faccenda non ha fatto rimarcare grandi passi avanti, in realtà si è risolta in uno show tanto succulento quanto umanamente miserevole di
Titti Maiolo, l'incartapecorita ex-pasionaria di sinistra, folgorata sulla via di Arcore, proprio come un Bondi. Titti è in caccia di uno sgabello (o meglio una comoda poltrona) in Parlamento, luogo a cui ritiene di appartenere per meriti congeniti. Quindi non si fa pregare quando c'è da dimostrarsi più aggressiva di Taormina, più razzista di Borghezio, più spalmata di Bondi. La sua provocazione (perché tale è, provocazione finalizzata a raccattare benemerenze nel partito) merita di passare alla storia per cafonaggine e razzismo. Grazie alsuo agente segreto in Consiglio comunale (di cui non possiamo fare il nome, sennò che agente segreto di Pulcinella sarebbe), OneMoreBlog è in grado di dare in anteprima sulla stampa spalmata un estratto dello "sciò maiolesco" andato in scena oggi a Palazzo Marino.
«Erano quindici, poi sono arrivati tutti qua, guidati da "qualcuno" per far esplodere la situazione.»
«Quando poi sono comparse le telecamere, sono apparse anche le donne, madri con cinque bambini sotto la neve, al gelo, per farsi riprendere.»
«Hanno accettato la sistemazione del Comune, ma poi volevano la TV e non gli andava bene la marca di shampoo. »
«Gli abbiamo dato la TV e volevano il satellite. Gli abbiamo dato il satellite e volevano più stazioni. E poi abbiamo scoperto cosa volevano: i canali porno (ndr: a questo punto gli stranieri in sala si alzano e se ne vanno).»
«Quelli che se ne sono andati in Svizzera hanno intasato apposta i tubi di viale Ortles. Hanno lasciato carta igienica usata a sproposito e in maniera non consona abbandonata ovunque.»
«Hanno lasciato cibo avariato da tutte le parti, pisciato sui materassi e sui muri. E alla fine, si è scoperto che guardacaso mancavano 60 asciugamani.»
«Il Comune non li ha trattati come clochard, gli abbiamo offerto luoghi decenti e pasti caldi, che hanno sempre rifiutato. Se non accetteranno il pasto caldo che li attende, non li tratteremo più come profughi, ma come clochard e come tali i nostri servizi si prenderanno cura di loro.»
Dice «sì, vabbè, ma Goebbels?»
Facile: dopo un po' di questo delirio fallaciano-minore, il mitico Davide "Atomo" Tinelli non ce l'ha fatta più. Esasperato, soffiando fumo dalle narici, con gli occhi iniettati di sangue, ha detto alla rossa (si fa per dire) Tiziana: «Brava! Neanche Goebbels, responsabile della propaganda nazista, le sapeva raccontare altrettanto bene». Dopodiché se n'è andato, per affogare in un quarto di rosso la rabbia e la frustrazione conseguenti al pensiero avere una simile ceffa come collega.
17.01.06 00:17 - sezione
milano