Considerazioni a botta calda. Piero Fassino e Dario Franceschini sono due politici coi controcazzi. Con una abilità da navigati lupi di mare hanno navigato tra le domande insidiose di Umberto Eco e i gustosi sarcasmi di Gianni Bachelet, aggirandoli e volgendoli a proprio vantaggio. Hanno dalla loro un cervello e un'abilità oratoria di gran lunga superiore alla gran parte dei loro colleghi e si vede. Siamo convinti certiche la gran parte dei presenti - non tantissimi in verità - sia uscita convintissima che (1) il PD sia imminente, che (2) raccoglierà un fracco di voti, che (3) non avrà nulla a che fare con gli immondi partiti di oggi, che (3) coinvolgerà chiunque voglia essere coinvolto, dandogli la possibilità di impegnarsi per il suo Paese. Tutte belle cose, ma non bisogna dimenticare che si tratta comunque di persone che (1) per decenni hanno agito esattamente all'opposto, sguazzando nell'oligarchia dei partiti e nutrendo se stessi e i propri portaborse e (2) che tutte queste belle cose le sentiamo da una decina d'anni (fatto questo che Fassino spaccia come valore, ma che in realtà può essere tranquillamente letto come fallimento). Detto questo, conviene essere positivi e pragmatici e sottolineare gli sforzi fatti dai due per introdurre temi determinanti quali il rinnovamento della classe politica, i limiti al numero dei mandati, la collaborazione con le università come vivaio per una nuova classe dirigente, le forme di partecipazione avanzata. Staremo a vedere. Nel post la cronaca della serata, con un sunto dei discorsi raccolto e messo online in diretta per la gioia dei circa 10mila lettori che sono passati di qua ieri. PS: fortunatamente avevamo con noi anche la iSight, che ci ha permesso di raccogliere lo straordinario documento che vedete qui accanto. Pare che se c'è Fassino i maggiorenti locali si eccitino talmente da improvvisare dei gradevoli balletti sul posto. Anche questo è rinnovamento.
23:09 - La seduta è tolta. Usciamo tra uno stuolo di piccoli maggiorenti locali tra cui la masnada di reperti archeologici che avevamo imparato a conoscere in occasione delle primarie per le amministrative. L'antitesi del rinnovamento, ma anche loro prima o poi dovranno mollare l'osso.
23:03 - Alessandro Amadori. Commenta il questionario a cui i partecipanti sono stati invitati a rispondere. L'assemblea dunque pensa che il PD sia una bella idea (92%) e che dovrebbe unire partiti e società. La forma deve essere quella di partito nuovo nella forma, non deve essere un'operazione aritmetica dell'esistente. Ovviamente c'è molta propensione al voto, che supera le dichiarazioni di voto per l'Ulivo, a dimostrare che il PD potrebbe generare un effetto attrattivo. Il PD tra l'altro è preferito all'Ulivo (76%) come soggetto per le prossime elezioni, ovvero il PD può superare il marchio storico del centrosinistra. E' un bel concetto quindi, che fa sognare innovazione e partecipazione.
23:00 - Spettatrice incazzata perché i partiti non vogliono dare gli elenchi delle primarie. La moderatrice dice che devono stare all'Unione. La signora continua a urlare un po' strozzata. Fassino spiega che i dati sono stati utilizzati per la lettera di Prodi.
22:54 - Fassino. La prima repubblica è crollata sulla crisi dei partiti, evidenziando la crisi della rappresentatività. La crisi della politica è la crisi di quelle forme partito, aprendo varchi populisti che la destra ha riempito. Sono d'accordo sulla necessità di innovare, ho l'ambizione di dare vita a un partito che sappia innovare, sia capace di innovare quotidianamente l'utilizzo di strumenti moderni. Consultazioni periodiche di iscritti ed elettori possono essere fatte con gli strumenti informatici. usare strumenti nuovi e rompere l'autoreferenzialità, che tende a comprimere e ridurre ogni fattore innovativo, come dicono innumerevoli manuali di sociologia (ndr: Mirabelli si agita sulla sedia e ridacchia). E allora primarie, numero chiuso dei mandati (se lo diciamo qui scatta l'applauso, ma i sindaci sono tutti a chiederne tre), strumenti di partecipazione. Quello che io chiederei è liberarci tutti dello schema astratto "i partiti sono l'inutile ingombro che ostacola la partecipazione democratica". Ma in trentasei anni non ho visto nessuno aprire al porta, l'ho dovuta sempre aprire io.
22:53 - Bachelet. Molti partiti non esistono, eppure bisogna dialogare con loro, bisogna rompere questo schema.
22:52 - Franceschini. Una delle cose che dovremmo fare è non costruire un partito costruito sul modello di quelli precedenti.
22:47 - Bachele. Quando si parla di formazione a me girano le palle. Noi possiamo anche dire che vorremmo partiti grandi e radicati, ma non ce li abbiamo perché non c'è ricambio. Uno degli elementi di fragilità è che le due coalizioni non condividono i valori della Costituzione, non si può far finta di niente. Però bisogna stare attenti a non fare come Gorbachov o Martinazzoli, le cose che andavano fatte 10 anni fa non si possono fare oggi. Trovare una forma partito che saltuariamente faccia partecipare tanta gente forse è utile (ndr Franceschini dice di essere d'accordo, ma Bachelet replica "sì, lo dite, ma...").
22:36 - Franceschini. Ulivo e PD sono la stessa cosa, la gente capisce Ulivo e non PD. Finita l'era delle contrapposizioni ideologiche e del mondo diviso in blocchi, in cui è più difficile schierarsi. Eppure c'è una differenza tra chi sta dal lato del potere assoluto del mercato o da quello della politica e dei valori. Per tornare alla formazioni: c'è un vuoto che coincide con la fine di DC e PCI. Ma tra nulla e Frattiocchie e Camilluccia, scelgo queste. E' stato tutto sostituito dalla politica televisiva, oggi si fanno due battute a effetto, una citazione finale e si va via. Tutto è finito nella semplificazione. Due cose che hanno fatto male al rapporto tra politica e cittadini sono i pastoni, presenti anche se non c'è notizia e c'è nulla da dire. Idem i talk show, da noi o è una rissa o la trasmissione non funziona. E' un modello, tu non devi dire una cosa, devi sovrastare l'interlocutore. Se stai buono non ti inquadrano (ndr: bellalì! Franceschì!). Bisogna tornare ad approfondire i temi, i problemi sono grandi e non si possono risolvere con l'approssimazione.
22:35 - Moderatrice. Dovete spiegare perché deve nascere il PD. Non solo perché sennò si perde, ma perché si deve cambiare questo Paese.
22:28 - Negli altri paesi bipolaristi, ma pluripartitici, di coalizione, il punto di solidità è che c'è una forza principale che fa da collante della coalizione. In Italia la frammentazione politica rende le coalizioni molto più esposte. Il centrosinistra ha 9 gruppi parlamentari e 13 partiti, il centrodestra 8 partiti, abbiamo un parlamento di 21 partiti. Fare il PD non risolve il problema, ma una forza grande ha una capacità coesiva molto forte (ndr: qui dà per certe delle idee sue, ma lo fa bene). Sulla formazione dei politici, riconosce la necessità di superare il modello Frattocchie, con le università come quelle di Andreatta e Veca. A Bologna la scuola sarà gestita in collaborazione coi partiti dell'Ulivo (ndr: Mirabelli sbadiglia. Bisogna agire per processi e atti concreti, facendo crescere il progetto dandogli partecipazione ampia.
22:25 - Eco. Io non sto pensando alla capacitò di unirsi in fase elettorale, poi c'era la benedizione di Berlusconi che avrebbe messo assieme cani e gatti. Quello che è pericoloso è la proprietà dei principi e della non discutibilità delle coscienze. Il mio timore è che si creino incrinature cammin facendo sui piccoli fatti. Ma immagino che a questo abbiate già pensato. Passiamo alla scuola di Salvatore Veca. Le Iene non hanno solo scherzato andando fuori da Montecitorio a dimostrare che i parlamentari non sanno cos'è la Consob. Si deve tornare alle scuole per non avere un parlamento che è una banda di sciammannati, ma di persone raccolti in stile Frattocchie (ndr: Mirabelli qui dà segni di inquietudine, si gira anche verso di noi, finge di non vederci. Avrà capito di avere il privilegio di essere protagonista del discorso di Umberto Eco).
22:16 - Franceschini. Ci accusano di aver avviato un processo in cui non c'è pathos. Qui dopo tanti anni stiamo facendo un'opera di fusione dopo tanta disgregazione. ma la parte inedita è fare un partito nuovo mentre si governa. Qui non c'è la lotta di opposizione che entusiasma, qui siamo al governo, oltretutto alle prese con problemi difficili. Dobbiamo ragionare con la testa non col cuore, ma è certo che alle prossime elezioni non ci possiamo presentare divisi. Con la Fed abbiamo sbagliato tutti, siamo partiti dal contenitore, con il PD partiamo dal dato politico e dal mandato degli elettori (ndr: lui millanta il mandato degli elettori al PD perché il progetto era implicito nella promessa elettorale). Il centrosinistra è un casino. Tanti partiti piccoli che cercano visibilità facendo casino. Da soli i due partiti non hanno possibilità di espansione, oscillano da anni, possono solo fare una dignitosa diversa del nostro elettorato. Insieme possiamo evitare il senso di appartenenza e aprire una casa che possa accogliere tutti. "La gente" ci chiede meno frammentazione, meno divisioni, meno facce.
22:15 - La possibilità di creare un PD dipende dalla capacità di mettere assieme i partiti e attivare un processo di larghissima partecipazione di persone che cercano la partecipazione senza passare dai partiti.
22:06 - Fassino. Una testa un voto. La relazione di Vassallo è stata buona, ma non sono d'accordo che si debba ridurre la capacità organizzativa. E' una proposta giusta a regime, ma nella transizione dovremmo trovare delle forme miste per non lasciar fuori nessuno. E ai DS non conviene, perché si prenderebbero tutto. Ma se facciamo pesare una testa un voto c'è chi si sente stretto. Una testa un voto è principio democratico fondamentale, ma nella fase di transizione ci vuole una forma mista.
22:04 - Fassino. Non è vero che i partiti sono contrari alla partecipazione. Si dichiara d'accordo sulla votazione popolare e segreta per le cariche, per le grandi scelte. ma dice che per fare quelle cose ci vuole un partito organizzato (ndr: una signora grida "palle!" e viene zittita). Voglio un partito grande, radicato, organizzato, che faccia politica sempre. Che faccia primarie e anno sabbatico dei dirigenti, ma che sia organizzato, perché i movimenti di opinione quelle cose non le possono fare.
22:03 - Fassino rivendica di aver organizzato le prime primarie a Torino nel 1985.
21:59 - Fassino. Noi stiamo facendo sul serio. a fare un grande partito che risulti da una grande pluralità di forze politiche è più complicato che friggere due uova, ma la strada è imboccata. Quattro elezioni con simbolo dell'Ulivo apre un processo di unificazione che non è irreversibile, ma di cui bisogna tener conto. Uno dei nodi è la vexata quaestio dei rapporti tra partiti e società Quando se ne parla si dibatte di un dilemma falso, contrapponendo la forma partito alla partecipazione democratica. Le due cose non sono in antitesi, lo dimostrano le primarie, un felice incontro tra partiti e società. In toscana è stato chiesto agli elettori di concorrere alla scelta dei candidati per le politiche. la partecipazione è stata alta (160mila elettori) nonostante in Toscana i DS siano radicatissimi.
21:58 - Bachelet. Il tema del PD è sentito ancora come lontano dal sentire dei cittadini. La domanda quindi è "facciamo sul serio stavolta?" L'impressione è che si siano già perse varie occasioni, non sarà che anche stavolta si rimanda?
21:53 - Giovanni Bachelet. La vita ha a che fare con la coscienza non solo all'atto di concepimento e morte, ma anche in mezzo. GuerraPace, manipolazione della vita, accanimento terapeutico, tasse, sono temi sui quali devono riflettere tutti, credenti e non credenti. In tutte le coalizioni ci sono credenti cinici e atei devoti, ovvero i muri non sono più rigidi. Un partito che guarda avanti deve pensare ai programmi.
21:48 - Dario Franceschini. Sui temi della coscienza bisogna ricuperare ascolto e dialogo, senza tornare alle svendite di Togliatti (ndr: si riferisce a una citazione fatta da Umbero Eco in apertura). Non c'è bisogno di costruire un'intesa, perché nell'Ulivo si è scelta la libertà di coscienza, ma come fine di un percorso di ascolto e riflessione. Libertà di coscienza come fine, non come punto di partenza. Solo con la volontà di dialogare scopriremo che quella barriera non è così così rigida.
21:40 - Dario Franceschini. Siamo molto capaci a farci del male, l'abbiamo fatto dal 97 al 2001, ci stiamo provando oggi. Ma è maturato un sentiero comune. La gente si chiede "se siete d'accordo perché non fate più in fretta?" Ci stiamo mettendo un po' di tempo in più per non perdere pezzi per strada. Oggi parliamo di partito, una parola che solo sei mesi fa non osavamo dire. Abbiamo fatto della strada sulla spinta dell'opinione pubblica, in cui i sensi di appartenenza sono meno forti di quelli della classe dirigente (ndr: anche lui millanta di sapere bene quello che dice la ggente). Bisogna partire dalla convinzione e dall'azione dei gruppi dirigenti di DS e Margherita (ndr: e qui rivela a chi comprende il politichese che c'è un grosso problema di poltrone). Evitare la sciocca contrapposizione partiti-società civile, servono le energie di tutti.
21:33 - Piero Fassino. Questione laicità. Il tema dei temi sensibili è invocato spesso come la grande difficoltà per realizzare il PD. Due considerazioni. Prima, si guarda l'albero e non la foresta. Su un sacco di temi noi la pensiamo allo stesso modo della Margherita (qui elenca pace, welfare, diritti, opposizione alla deriva plebiscitaria, eccetera). DS e Margherita sono molto più separati dalla loro storia che dal loro presente e dal loro futuro. Questo nuovo riformismo può trovare un punto di incontro anche sulle questioni etiche (visione del mondo e della vita). ma compito della politica non è negoziare i principi, ma costruire soluzioni condivise, pur partendo da principi diversi.
21:25 - Piero Fassino. Le questioni poste da Umberto sono tante (una delle frasi più dette dai politici). Sul PD siamo più avanti di quanto si creda, perché il processo è cominciato 11 anni fa. Le due culture, che ai primi '900 erano divise, ora possono unirsi per due ragioni. Prima le due culture avevano concezioni diverse della realtà. La seconda è che quelle divisioni erano enfatizzate dalla divisione in due del mondo. Ulivo nato dopo la caduta del muro, non avremmo potuto farlo prima. Oggi il riformismo italiano può dare una rappresentanza comune che prima non avevamo. Con le elezioni, con le costituzioni dei gruppi parlamentari, abbiamo cominciato a unificarci. Ora viene il punto più difficile, unificare il partito.
21:17 - Umberto Eco. Sarei contentissimo se venisse fuori il PD, magari lo voto persino, che devo votare, Berlusconi? Però ritiene l'impresa difficile. Non può nascere attraverso un gioco di segreterie, ma ci vuole il contributo di quella che prima di Gargonza si chiamava società civile, poi è stata inumata. La questione non è se andrete nel parlamento europeo coi socialisti o no, il problema è il rapporto tra laici e cattolici. La lista delle questioni aperte - anche quelle su cui non è detto che uno debba essere schierato - è lunghissima e su queste si creeranno le spaccature. Etica condivisa, sta qui il problema. Si può concepirla evitando una spaccatura irrimediabile?
21:16 - La sala non è pienissima.
21:15 - La conduttrice è Sandra Bonsanti, presidente di Libertà e Giustizia. Comincia anticipando la domanda che vuole fare ai maggiorenti: a che punto è il PD? Aggiunge che è in atto una sacrosanta raccolta di firme per fare pressione sul parlamento affinché metta mano alla legge elettorale.
21:10 - Entrando lanciamo un saluto a Pippo Penati che evidentemente non ci riconosce perché anziché farci una pernacchia accenna un sorriso di circostanza e ricambia. Davanti a noi Franco Mirabelli.
21:00 - Il vostro blogger seduto al Carcano di Milano per l'incontro sul PD organizzato da Libertà e giustizia. Piero Fassino superstar, Umberto Eco, Giovanni Bachelet, Dario Franceschini. In sala Carlo De Benedetti e don Filippo Penati.
il 17 Ottobre 2006 (quando OMB accettava i commenti)
berja ha scritto:
son dell'idea che tu ti sia fatto abbindolare, questo partito democratico piu' passa il tempo e piu' puzza.
il 17 Ottobre 2006 (quando OMB accettava i commenti)
mariacascella ha scritto:
leggendo questo documento che biraghi ha ricostruito per tutti noi, assemblando tutti i documenti che sto leggendo sulle varie testate nazionali, partecipando alle riunioni disezione sull'argomento, continuo ad esprimere le mie perplessità.
1) il futuro pd saprà porsi il problema della coabitazione di due diversi modi di approcciare alla vita del nostro Paese?mi spiego meglio, la margherita si è mostrata in quest'ultimo periodo schierata su posizioni oltranziste del Vaticano, la sinistra diessina con l'assenza dall'incontro di Orvieto ha sottolineato la necessità di affermare una visione laica della vita.
2) la componente socialista e riformista della nostra identità saprà trovare spazi e visibilità idonei nella nuova e futura composizione?
3)quanto conterà la pre-consultazione di base per la formazione di apparati, coordinamenti, liste e programmi elettorali?
4) come sarà possibile affiancare quest'attuale dirigenza con nuove leve giovanili e femminile, quando da anni vige la coptazione dei dirigenti, per svecchiare e rigenerare onde evitare la morte della politica per troppa ingordigia, esposizione e compromessi ormai di durata decennale, spiegabili in passato ma difficili da digerire in questa incredibile fase di stallo economico e sociale?
queste sono le domande a cui non trovo ancora una minima risposta, io so solo che parlando con la gente , purtroppo, ricomincio a risentire la solita solfa, sono tutti uguali, prodi è uguale a berlusconi, quello il lavoro però lo dava perchè costruiva tanto, questo il lavoro ce lo toglie, ci aumenta le tasse, ha liberato i delinquenti.
Tempo qualche mese, se non si capisce che questi balletti sono inopportuni, indegni per una classe politica degna di questo nome, credo sarà troppo tardi per il futuro di questo malandato centro-sinistra , e allora saranno cavoli amari briatore ha già detto che si sta scaldando i muscoli per scendere in pista.
maria
il 17 Ottobre 2006 (quando OMB accettava i commenti)
prefe ha scritto:
io non penso che sia una buona idea questa del partito democratico , specie se ci finiscono dentro gli schifosi come mastella,
mettiamo dentro anche qualche p2ista già che ci siamo