Pensieri sul referendum costituzionale

costituzioneLa riforma costituzionale su cui saremo chiamati a votare è frutto della mediazione, quindi come tante cose (es: unioni civili) potrebbe essere migliore. Ma è la miglior riforma (se non l’unica) che possiamo avere per molti anni a venire, come ci dice la storia dal 1948 a oggi. Per ora quello che ho letto contro mi è sembrato in gran parte pretestuoso: ci sono le pinzillacchere sulla deriva autoritaria, sulla costituzione più bella del mondo da salvare, sul padre della Boschi, su Napolitano figlio del re, eccetera.

Le balle del noIn gran parte sono slogan e frasi che mi suonano vuoti (se non vere e proprie balle), regolarmente supportate dal link alla solita “lettera dei 50 costituzionalisti” (NB tecnicamente non tutti lo sono) che ho letto con attenzione e giudico troppo astratta per avere un reale senso pratico. Carlo Smuraglia si è inscritto perfettamente in questa critica strumentale e pretestuosa e secondo me lo ha dimostrato nel confronto con Renzi. Tra l’altro lanciando l’ANPI nell’agone politico l’ha ridotta a una roba senza senso, distogliendola dal ruolo vitale di custode della memoria.

Le balle di Fratelli d'Italia sul referendumDa decenni i vecchi arnesi come D’Alema dicono di voler superare il bicameralismo, nessuno lo ha fatto. Renzi almeno ci prova. Tra quello che ho letto a favore ho invece trovato alcune idee che condivido e quindi sono propenso a votare “sì”.

Aggiungo che la condizione socio-economica di un Paese non si ribalta in tre anni, è un cammino di decenni, il frutto di un humus culturale maturato nel lungo termine. Vedere Renzi o Monti o Berlusconi o la Boschi come la causa di tutti i nostri mali è – ammessa la buona fede – almeno miope: la causa di tutti i nostri mali siamo noi cittadini, che potremmo migliorare il nostro Paese solo uscendo dal modo idiota-tifoso con cui ci occupiamo di politica e dal modo miope-mafioso con cui viviamo la cosa pubblica, facendo qualcosa di sano e utile nel nostro locale, con finalità globale (concetto sempre valido).

Concludo con una serie di pensieri random generati dalle interazioni di questi giorni sui social a proposito di questo tema.

  1. Le ironie ormai mi annoiano, i sarcasmi anche peggio, quindi non ribatto più a chi le usa.
  2. Neppure rispondo ai commenti che si risolvono con un link, perché ho davvero letto tutto il leggibile che considero meritevole (soprattutto se in contrasto con i miei punti di vista) e continuo a farlo. Discuto volentieri solo sul merito e con persone in grado di confrontarsi con rispetto dell’interlocutore.
  3. La menata sull’articolo 70 incomprensibile non si regge più, è comprensibilissimo, non senza attenzione e fatica, ed esplicita molto meglio il funzionamento rispetto all’attuale, che sarà poeticissimo ma lascia spazio a qualunque stortura.
  4. Torno a suggerire a chi ha voglia di capirci davvero, ma fino a oggi ha solo ripetuto slogan altrui, la lettura dell’ottimo lavoro di semplificazione dei ragazzi de La Stessa Medaglia.