Elena Stancanelli su Simone: non è solo una pisciata fuori dal vaso

elena stancanelli

Visto che tutti hanno detto la loro, ecco la versione riveduta e corretta dei miei 2 cents messi in linea su Twitter a proposito del commento di  su   di Torre Maura che da solo tiene testa a un gruppaccio di fascioleghisti e facinorosi assortiti. Certo tutto si poteva riassumere con la definizione “una pisciata fuori dal vaso”, magari per creare un po’ di engagement in vista di qualche premio letterario,  ma qualche considerazione in più ci sta.

La pisciata fuori dal vaso capita a tutti, si fa un’onorevole retromarcia e bellalì. Invece la signora Stancanelli ha scelto il buon vecchio “sono stata fraintesa” e la pisciata è diventata un alluvione di cacca su di lei, pure eccessiva (forse, invece magari alla signora Stancanelli tutto quell’engagement e la conseguente visibilità fanno piacere), che ha sbroffato anche su un momento di straordinaria bellezza che andava tutelato.

Che un’intellettuale liberal non comprenda la potenza comunicativa del “pischello” è un fatto gravissimo. Non per se, ma in quanto è la conferma di una mancanza endemica di intelligenza emotiva e capacità di lettura della realtà da parte di chi dovrebbe averne in abbondanza: le delle teste pensanti che potrebbero contribuire a elaborare il pensiero strategico necessario a farci uscire dalla merda fascioleghista in cui sguazziamo. Triste anche il coro di solidarietà acritica, come ben sottolineato dai Wu Ming: “Si è riusciti a trasformare una seria sconfitta d’immagine per i neofascisti in una pseudoquerelle con le intelligenze di «sinistra» (sempre d’obbligo le virgolette) a togliersi vicendevolmente i batuffoli di cotone unto dai bunìgoli”.

La signora Stancanelli e i suoi sostenitori non hanno compreso che il “pischello” in italiano ci sa parlare eccome, ma compie una scelta comunicativa  spontanea scegliendo la parlata di casa. Adegua il linguaggio all’interlocutore, per occupare il suo spazio e disinnescare la sua aggressività, mettendolo alle corde. E’ quello che la sinistra dovrebbe fare, ma quanti urlatori politici lo sanno fare? Quello di Simone è kungfu linguistico che ogni sincer* democratic* di qualunque linea di pensiero dovrebbe ascoltare, capire e imparare.