Matteo Renzi e la sindrome del capitano

Matteo Renzi e la sindrome del capitano

Pensare che a seguire il suo tag su questo blog si capisce che consideravo Matteo Renzi uno promettente, tanto da votarlo alle primarie 2017, da votare sì al suo referendum costituzionale, e da rivotarlo alle politiche 2018 col PD. 

Ora però non fa più politica, è stato contagiato anche lui dalla sindrome del capitano che lo porta a esercitare quotidianamente il salvinismo a base di selfie idioti, concetti elementari ripetuti alla nausea, propaganda cafona.

Evidentemente ha scelto come audience gli analfabeti funzionali, i tifosi leghisti, quindi quelli che come me valutano un politico sulla base di atti e progetti realistici non gli interessano più. La sindrome del capitano (ovvero: twitto le figate che faccio io a voialtri poveri pidocchiosi) dilaga e lui si adegua.

Peccato per il nostro Paese, che per stare in Europa con dignità ha bisogno di leadership e politica seria, non la propaganda becera nella quale comunque – come dicono i sondaggi – Matteo Salvini è molto più abile di lui.