Massimo Adriatici di Voghera è un mostro quindi lo sbatto in prima pagina

Adriatici di Voghera

Una cosa si desume dalla lettura degli articoli: Adriatici di Voghera girava per il centro della città con in tasca una Beretta con il proiettile in canna, il che già di per sé un comportamento da galera. Significa avere in mente l’idea di ammazzare qualcuno.

Poi voi date pure retta a Salvini quando dice che è una persona per bene ed è stata legittima difesa. Oppure rigiratevi pure nel garantismo un po’ peloso che tanto piace di questi tempi “è innocente fino a sentenza passata in giudicato”. 

No. Qui c’è un assessore, aggregato a un partito che fa della prevaricazione sugli ultimi una bandiera, che ha ammazzato a sangue freddo una persona disarmata (già, Youns El Bossettaoui era disarmato) perché “molestava”. E c’è pure una sindaca (Paola Garlaschelli) che nonostante le ripetute segnalazioni sui comportamenti illeciti del suo scherano non faceva un plissé, visto che governa una città in cui la Lega è il primo partito.

Ripeto: Massimo Adriatici di Voghera girava con una pistola abilitata al calibro 40 Smith & Wesson con tanto di colpo in canna. L’ha estratta e ha premuto il doppio grilletto, vincendo la resistenza del primo dei due, quello che agisce da sicura automatica. Tutto questo non può essere successo “per sbaglio“. E visto che è un buon tiratore (si allenava normalmente al poligono), conosceva anche le conseguenze del suo gesto, sapeva che cosa fa un calibro 40 S&W a un paio di metri di distanza. Ha sparato al bersaglio grosso perché voleva ammazzare e ci è riuscito. 

Non è un mostro questo? Io dico di sì, non solo perché ha cercato lo scontro e ha ucciso, ma per quel suo razzismo sudicio, per quei deliri sulla sicurezza, per quell’abito stirato e il sorriso compiacente, per quell’idea malata sul cittadino che si fa giustizia (quale giustizia poi) da solo.

Ecco. La Lega mette ad amministrare persone così. Ricordalo quando vai a votare, perché anche se non sei “negro”, “clandestino”, “tossico” o “spacciatore”, anche se non commetti “atti osceni in luogo pubblico” o non sei reduce da TSO, tutta roba che secondo Adriatici e i suoi mandanti può anche meritare la pena di morte. No, ci sta che tu, bianco e borghese, potresti comunque far incazzare uno psicopatico leghista imbellettato come Adriatici, magari per un diritto di precedenza mentre guidi la tua Cinquecento. E allora lui scende e con la stessa nonchalance con cui si annoda la cravatta di seta ti spara in mezzo agli occhi.

La loro “sicurezza” è questa roba qui: girare con la Glock con il colpo in canna, pronti ad ammazzare chi non si allinea alla loro cosca.

adriatico voleva ammazzare

Da leggere Matteo Pascoletti che su Valigia Blu riflette sui numerosi aspetti inquietanti aperti da questa vicenda. Poi sul Corriere la descrizione – benché opportunamente edulcorata perché si sa che Urbano Cairo non può scontentare troppo la Lega – di chi sia veramente Adriatici:

la sindaca Paola Garlaschelli, della quale ora si comprende la reiterata astensione da approfonditi commenti pubblici, aveva ricevuto più segnalazioni sui comportamenti del suo assessore, della pretesa di insegnare il mestiere a ufficiali e dirigenti con convocazioni manco fosse lui al posto loro, e di quell’abitudine conclamata di circolare armato. Del resto, nelle immediate fasi successive all’omicidio, Adriatici ha ammesso di avere la pistola carica: «Io giro sempre con il colpo in canna». Una necessità dovuta alle azioni di controllo sulla pace e serenità di Voghera: «Verifico che tutto sia a posto e i cittadini stiano tranquilli». Una ronda, così da ovviare lui alle mancanze, come da suo convincimento, di Prefettura, agenti, carabinieri.

Da leggere anche “il piano inclinato di Voghera” di Luca Casarotti e Mauro Vanetti su Jacobin Italia.

Aggiornamento del 9 settembre: Repubblica dice che questi criminale aveva in canna pallottole dum-dum (quelle che ti esplodono dentro e ti devastano) proibite dalla convenzione di Ginevra.

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