#milano2016: non è il momento del programmi

MilanoNon si sa se Francesca Balzani scioglierà le riserve sulla sua candidatura, ma qualora (auspicabilmente) lo facesse, si aprirebbe un problema per chi cerca un’alternativa alla candidatura di Giuseppe Sala: due galli (Balzani e Majorino) nello stesso pollaio avrebbero la certezza di regalare le proprie penne alla faina (Sala), che nei sondaggi di questi giorni è dato oltre il 65% in caso di primarie a tre candidati.

In sintesi: il tentativo di superare Sala non può che passare per una candidatura unitaria, in linea con i cinque anni di Pisapia, ma apportatrice di valori nuovi e non di stretta osservanza renziana. Partecipando entrambi alle primarie, Balzani e  Majorino avrebbero la certezza di perdere e in più di contribuire alla consacrazione in stile sovietico di un candidato appioppato dai comitati di affari (tra cui CdO e CL) cui Renzi e Sala sono devoti. E’ dunque chiaro che uno dei due deve fare, se non un “passo indietro”, certo un piccolo stop, per lasciar passare l’altro.

A questo proposito, il nostro gioco-sondaggio di ieri “Balzani o Majorino?” – cui hanno partecipato 608 persone in 24 ore – fornisce più di uno spunto per riflettere sulle cose politiche milanesi.

Spunto 1 – Giuseppe Sala sarà anche un bravo manager, ma il sindaco di Milano deve essere soprattutto un politico. Nelle sue prime uscite da aspirante sindaco Sala ha dimostrato di non esserlo. Quindi, casomai vincesse, o farà una giunta di suoi burattini o avrà grossi problemi di convivenza. In più è vicinissimo – come Renzi del resto – alla finanza cattolica (leggi: CL e CdO), ancora capace di “cammellare” elettori alle urne,  ma molto esigente quando viene il momento di riscuotere in caso di vittoria.

Spunto 2 – Francesca Balzani ha un profilo in linea con i parametri esposti in passato: cultura, professionalità nel mondo reale, esperienza politica internazionale, esperienza al Comune di Milano. In più ha la benedizione di Giuliano Pisapia e spocchia quanto basta per non farsi mettere i piedi in testa in caso di vittoria. In più è donna. Una candidata ben più valida rispetto a Sala, quindi stupisce che il PD non l’abbia considerata. O forse non c’è da stupirsi, basta pensare a cos’è il PD.

Spunto 3 – Pierfrancesco Majorino è un’ottima persona. Ha lavorato bene in giunta Pisapia ed è auspicabile che possa mantenere il suo ruolo. Ha però – dal punto di vista di esperienza e competenze – un profilo insufficiente a rendere realistica l’ipotesi di una sua candidatura e vittoria. Quindi se non è adatto un manager puro (menchemeno con i trascorsi e le relazioni di Sala), altrettanto non lo è un politico di professione, privo di qualunque esperienza professionale fuori da Palazzo. Suggerire che sia lui a rallentare non è un pensiero ingeneroso, come ha scritto Ivan Scalfarotto, ma il suggerimento di un gesto politico generoso, finalizzato a propiziare la continuazione – se possibile migliorandola – dell’esperienza Pisapia.

Qualcuno – lo stesso Majorino oggi a radio Popolare – dice che prima bisogna parlare di contenuti. Abbiamo visto quante promesse elettorali di Pisapia sono state cancellate.  Credo che in questa fase sia importante capire soprattutto chi sono le persone, che storia hanno, che aspettative possono sollevare. Secondo me sui temi si parla più col candidato alle elezioni che coi candidati alle primarie.