Proteste su fase-2 a Milano: il dovere civico di essere proattivi

proteste su fase-2 pista ciclabile corso Venezia

Continuo a leggere le proteste su fase-2 da parte di innumerevoli persone che dopo aver letto gli aggiornamenti protestano, si lamentano, chiedono. Penso che la gran parte di loro probabilmente abbia ragione nel merito, ma penso anche che adesso-qui, a fine aprile, con ancora centinaia di morti ogni giorno e in attesa dei primi cauti accenni di riapertura, le proteste anche legittime siano  inutili se non controproducenti.

In un thread sul mio wall Facebook a proposito dell’inizio dei lavori per il riassetto della mobilità a Milano un caro amico ha scritto questo commento:

Purtroppo ho parlato con il proprietario di un ristorante e mi ha detto che il comune non parla più di dehor, ha detto che è preoccupato e che non potrà riaprire per mancanza di spazio. Naturalmente le piste ciclabili sono utili se fatte nei posti giusti, ma si deve pensare anche ai bar e ristoranti altrimenti andremo a mangiare fuori Milano, naturalmente in auto.

Voglio salvare qui, solo un po’ editata, la mia risposta, perché esprime il mio punto di vista su come penso sia doveroso comportarsi in questi tempi straordinari.

Oggi ho parlato oggi con un assessore del Comune di Milano. A Palazzo Marino sono sommersi dalle difficoltà, dalle proteste e dalle richieste di aiuto, stanno facendo di tutto e di più, Sala è blindato in ufficio da mesi, assessori e tecnici pure.
Credo che adesso-qui ci sia bisogno da parte di tutti di pazienza e comprensione: ogni cittadino ha un’istanza giusta, ma siamo centinaia di migliaia.
Come non vedere le grandi difficoltà? Tutti ce le abbiamo sotto gli occhi.
Mio cugino è titolare di uno dei più noti bar di Milano, ha 26 dipendenti, chiuso dal 10 marzo, immagino la sua angoscia ogni fine mese.
La mostra SHG MusicShow rappresenta il 50% del fatturato della nostra società e  probabilmente non potremo farla a novembre. Mannaggia. Credi che io non sia preoccupato per la schiera di ragazzi fantastici che lavorano con noi e per i cui compensi non so dove andremo a grattare risorse?
Però in questi momenti se non si è proattivi non si è di aiuto né a se stessi né agli altri.
Certo, bar e ristoranti soffriranno, come tutti, ma dopo anni di vacche grasse.
E, certo, ci sarà una dolorosa scrematura, come in tutti i settori, ma sopravviveranno i più solidi, i più determinati,  quelli che sapranno stringere denti e cinghia, partorire idee nuove.
Per certi versi questa pandemia è darwiniana, è selezione naturale. Tutti noi stiamo lottando per non soccombere, come le prime amebe milioni di anni fa, ma continuo a pensare che proteste su fase-2, lamenti, paventare disastri non serva a nulla, anzi.
Ecco. Preferisco a pensare a cosa posso fare io adesso-qui per dare una mano alla mia città, nonostante le mie paure, con il niente di cui dispongo.

PS a margine: l’apprezzamento di Naomi Klein per l’azione della giunta di Milano è una grande gioia.