Salvini non deve diventare sindaco di Milano #sapevatelo

borghezio salvini cota“Adesso che c’è Salvini la partita si mostra per quel che è, ed è partita politica e non politicista, di progetti e non tecnocratica. In molti, forse con troppa serenità, giurano che Milano non potrebbe mai e poi mai votare per Salvini – “quel becero, quel razzista” – e che, alla prova dei fatti, la città abituata a descriversi come luce del paese, pur di fronte a tante smentite, non avrebbe tradito. Altri – pessimisti? O solo più accorti? – pensano invece che sì, Salvini può anche vincere quassù, in una città spaccata tra il centro – la proverbiale Zona 1 – e una periferia sempre più estesa e sempre più sconosciuta alla sua classe dirigente.”

Questo scrive Jacopo Tondelli su Gli Stati Generali, commentando la dichiarazione possibilista di Matteo Salvini a proposito di una sua candidatura a Palazzo Marino nel 2016.  L’ipotesi – non solo per un elettore di centrosinistra, ma per qualunque cittadino dotato di senso civico, buonsenso e amore per la città – è infausta. Per due ragioni.

La prima è che Giuliano Pisapia – tra contraddizioni, sprechi ed errori – ha comunque dato il via a un processo di innovazione della città a cui è indispensabile dar seguito nei prossimi anni, pena l’annullamento degli sforzi e delle risorse profusi.  La giunta arancione non sarà il massimo (e qui non s’è mancato di dirlo), ma il pensiero di tornare all’epoca degli opportunismi grigi di Formentini, delle cancellate di De Corato, delle mutande di Albertini, della spocchia di Letizia Moratti, peggio se conditi dal razzismo leghista, mette i brividi.

La seconda ragione è che Milano non può avere uno così come sindaco. Matteo Salvini è un Borghezio imbellettato, un cuore nero con il pelo sullo stomaco necessario a presentarsi nei quartieri disagiati del Centro e del Sud per creare consenso fomentando l’odio razziale. E’ un ignorante, un arrogante, un portatore di ideologie violente.  Milano è non ha nulla a che fare con lui, è una città viva, creativa, sana, pur tra contraddizioni e difetti. Spesso cinica, quasi mai bara, sa superare i conflitti etnici e culturali con pragmatismo, diventando accogliente, solidale e imparziale quando offre opportunità. Insomma, tutta roba che sta a Salvini come l’acqua santa sta a Belzebù.

Per questo è doveroso da parte di tutti partecipare alla costruzione di una proposta politica per il 2016 che sia credibile, seria, di spessore.

Chi ha seguito nel tempo le vicende di questo blog sa che abbiamo digerito le sconfitte (“facendoci sopra un rutto”, come cantava Fausto Amodei), ma sempre criticando la mancanza di autocritica della classe dirigente politica. Dalla Chiesa, Fumagalli, Antoniazzi, Ferrante sono stati candidati diversi per qualità,  tutti perdenti per ragioni mai indagate dalle dirigenze politiche. Questo è un aspetto ben più critico della sconfitta, perché senza autocritica si ripete lo stesso errore e si continua a perdere. Sarebbe accaduto anche nel 2010, se un vecchio e facoltoso prestidigitatore milanese non avesse estratto dal suo cilindro la candidatura di Giuliano Pisapia, che ha superato la candidatura ufficiale dei partiti, galvanizzando un’audience già pronta ad fare altro il giorno delle elezioni.

E’ quindi vitale che la politica milanese faccia due passi al contempo, uno avanti e uno indietro. Quello avanti deve essere sulla strada della qualità del progetto politico, quello indietro sui personalismi e gli interessi di carriera dei dirigenti. E’ cosa nota che Milano è un efficace trampolino di lancio per saltare in serie A, accedendo a Palazzo (gli esempi non mancano). Ma questa volta non si può scherzare, battibeccare, tergiversare, traccheggiare, bisogna fare sul serio e bene. Questa volta bisogna accantonare le ambizioni personali e agire esclusivamente per il futuro della città.

Noi, qui, giorno dopo giorno, costruiremo un’audience significativa, con l’intento di partecipare, dare un contributo e marcare stretto. Perché questa volta la partita è troppo importante. Se uno come Matteo Salvini dovesse diventare sindaco di Milano la sconfitta risulterebbe per la prima volta davvero indigeribile.

#sapevatelo