Milano 2016: i primi nomi quasi ufficiali

Palazzo Marino

Dovrebbero essere tre – secondo voci bene informate – i primi nomi del centrosinistra in corsa per Palazzo Marino 2016. Gli annunci potrebbero arrivare a breve, salvo “chi me lo fa fare” dell’ultimo minuto (che il dopo-Expo sarà una patata bollentissima da aggiungere al resto che il prossimo sindaco dovrà pelare).

Il tema è: tutto i nomi papabili portano com se una parte ciascuno dell’elettorato composito che proclamò sindaco Giuliano Pisapia, ma anche vincendo le primarie hanno poche chances di accedere a una parte consistente dell’elettorato degli altri.

Il pannello degli elettori di centrosinistra comprende (all’ingrossaccio): borghesia, ortodossi PD, sinistra PD, sinistra parlamentare extra PD, sinistra movimentista che però va a votare, indecisi da “intercettare”, distratti e delusi da convincere, destra da intercettare. Pisapia li aveva presi tutti. Vediamo i tre possibili prossimi candidati a chi possono piacere:

  • Emanuele Fiano ha i voti dei militanti ortodossi del PD, di una parte della borghesia milanese con un rinforzino da parte della Comunità Ebraica. Però – soprattutto a causa delle sue posizioni sulla Val Susa e alcune sparate un po’ in stile Esposito sulla militarizzazione nei luoghi caldi – non avrà mai – neppure in cambio di poltrone pesanti – i voti della sinistra PD, della sinistra parlamentare extra PD, della sinistra extraparlamentare he va a votare, degli ambientalisti in genere, di chi non vota più “la casta” di cui Fiano è un prodotto.
  • Pierfrancesco Majorino ha i voti di una parte del PD ortodosso, della sinistra PD, della sinistra parlamentare extra PD (ovviamente in cambio di poltrone ai vari Gibillini, Mazzali e Monguzzi), di parte dei centri sociali che vanno a votare, degli ambientalisti. Però non avrebbe mai i voti di buona parte della borghesia, inclusa quella indecisa da “intercettare a destra”, anche a causa delle sue politiche di solidarietà con gli immigrati, lodevoli, ma impopolari, com’è giusto che sia quando si governa con serietà e non per raccogliere consenso. Anche Majorino potrebbe avere qualche difficoltà per convincere chi non vuole votare più “la casta” che lui è il rinnovamento.
  • Giuseppe Sala potrebbe forse attirare una parte della borghesia che non si sente disturbata dai suoi trascorsi in Expo (era ai quando altri facevano gabole che era difficile non vedere). Ma certo non prenderà mai voti di sinistra, tantomeno voti “intercettati” di indecisi o delusi dalla destra. Nei ranghi del PD prenderebbe voti solo dai più incorruttibili ortodossi, quelli che
    “Ma gli asini volano?”  
    “No!”
    “Ma D’Alema dice che volano…”
    “Ah, allora sì, un po’ volano, ma bassi bassi…”.
    Va detto che in caso di primarie, gli ortodossi PD potrebbero andare in loop dobendo scegliere tra lui (probabilmente candidato dal partito loale) e Fiano (esponente storico, saltato con prontezza sul carro del vincente, possibile candidato di Renzi). Inoltre Sala non prenderebbe voti dalla sinistra PD, dalla sinistra parlamentare extra PD e da tutto il mondo movimentista che vede Expo come un insulto al buon senso. Da ultimo: Sala non è “la casta”, ma è un boiardo DOC, che nell’immaginario di molti è quasi peggio.

Potrebbe poi aggiungersi un nome femminile dell’attuale governo do Milano, la De Cesaris e/o la Tajani., ma di loro diremo più avanti, appena ci saranno informazioni attendibili.

PS Se si candida Silvio non ce n’è per nessuno comunque.