Il discorso alla nazione di Volodymyr Zelensky

Volodymyr Zelensky

Oggi, dopo aver ascoltato l’osceno chiacchiericcio di Trump, Putin e dei loro scherani, dopo innumerevoli incontri con i leader del mondo civile e non, il presidente Volodymyr Zelensky ha parlato al popolo ucraino. Un popolo pur martoriato, ma non domato dalla violenza assassina della Russia. Un discorso che merita di essere letto e conservato, perché è una dichiarazione di civiltà, coraggio forza e resilienza.

Nella vita di ogni nazione arriva un momento in cui tutti devono parlare. Onestamente. Tranquillamente. Senza invenzioni, dicerie, pettegolezzi, senza nulla di superfluo. Così come è. Così come cerco sempre di parlare con voi.
Adesso è uno dei momenti più difficili della nostra storia. Ora la pressione sull’Ucraina è una delle più pesanti. Ora l’Ucraina può trovarsi davanti a una scelta molto difficile. O la perdita della dignità, o il rischio di perdere un partner chiave. O 28 punti difficili, oppure un inverno estremamente duro – il più duro – e ulteriori rischi. Una vita senza libertà, senza dignità, senza giustizia. E perché dovremmo credere a chi ci ha già attaccato due volte.
Ci si aspetterà da noi una risposta. Anche se in realtà io l’ho già data. Il 20 maggio 2019, quando, giurando fedeltà all’Ucraina, in particolare ho detto: “Io, Volodymyr Zelensky, eletto dalla volontà del popolo Presidente dell’Ucraina, mi impegno con tutte le mie azioni a difendere la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina, a sostenere i diritti e le libertà dei cittadini, ad attenermi alla Costituzione e alle leggi dell’Ucraina, a svolgere i miei doveri nell’interesse di tutti i concittadini, ad accrescere l’autorità dell’Ucraina nel mondo”.
Per me non è una formalità protocollare per forma – è un giuramento. E ogni giorno rimango fedele a ciascuna delle sue parole. E non lo tradirò mai.
L’interesse nazionale ucraino deve essere preso in considerazione.
Non faremo dichiarazioni roboanti, lavoreremo tranquillamente con l’America e con tutti i partner. Ci sarà una ricerca costruttiva di soluzioni con il nostro principale partner.
Presenterò argomenti, convincerò, proporrò alternative, ma di certo non daremo al nemico motivi per dire che è l’Ucraina a non volere la pace, che è lei a sabotare il processo e che è l’Ucraina a non essere pronta alla diplomazia. Questo non accadrà.
L’Ucraina lavorerà rapidamente. Oggi, sabato e domenica, per tutta la settimana prossima e per tutto il tempo che sarà necessario. Per 24 ore al giorno, sette giorni su sette, mi batterò affinché tra tutti i punti del piano non vengano tralasciati almeno due – la dignità e la libertà degli ucraini. Perché proprio su questo si basa tutto il resto – la nostra sovranità, la nostra indipendenza, la nostra terra, la nostra gente. E il futuro ucraino.
Faremo e dobbiamo fare tutto affinché il risultato sia la fine della guerra e non la fine dell’Ucraina, non la fine dell’Europa e del mondo globale.
Poco fa ho parlato con gli europei. Contiamo sugli amici europei, che certamente capiscono che la Russia non è lontana, che è proprio accanto ai confini dell’UE, che l’Ucraina ora è l’unico scudo che separa la vita europea confortevole dai piani di Putin.
Ricordiamo: l’Europa è stata con noi.
Crediamo: l’Europa sarà con noi.
L’Ucraina non deve rivivere il déjà-vu del 24 febbraio, quando si aveva la sensazione di essere soli. Quando nessuno poteva fermare la Russia, tranne la nostra gente eroica, che come un muro si oppose all’esercito di Putin.
E ovviamente ci faceva molto piacere quando il mondo diceva: gli ucraini sono incredibili; Dio, come sono gli ucraini, come combattono, come lottano; che titani che sono! Ed è vero. Assolutamente.
Ma l’Europa e il mondo intero devono capire anche un’altra verità: che gli ucraini sono prima di tutto persone, e da quasi quattro anni dall’invasione su larga scala resistiamo a uno dei più grandi eserciti del mondo, e teniamo una linea del fronte di migliaia di chilometri, e il nostro popolo ogni notte subisce bombardamenti, attacchi missilistici, colpi balistici e attacchi degli Shahed. E la nostra gente ogni giorno perde qualcuno dei propri cari, e il nostro popolo vuole moltissimo che la guerra finisca.
Noi, ovviamente, siamo di acciaio. Ma qualsiasi metallo, anche il più resistente, può non reggere.
Non dimenticatelo, siate con l’Ucraina, siate con la nostra gente, e quindi siate con la dignità e la libertà!
Cari ucraini, ricordate quel primo giorno della guerra. La maggior parte di noi fece una scelta. Una scelta a favore dell’Ucraina. Ricordate i nostri sentimenti allora.
Com’era? Buio, rumoroso, difficile, doloroso, per molti – spaventoso, ma il nemico non vide le nostre schiene che fuggivano.
Vide i nostri occhi, pieni della volontà di combattere per ciò che è nostro.
Questa è la dignità.
Questa è la libertà. Ed è davvero la cosa più spaventosa che possa esistere per la Russia – vedere l’unità degli ucraini.
Allora la nostra unità era diretta a proteggere la nostra casa dal nemico.
E ora l’unità ci serve come mai prima, affinché nella nostra casa ci sia una pace dignitosa.
Mi rivolgo ora a tutti gli ucraini. La nostra gente, i cittadini, i politici – tutti. Bisogna raccogliersi. Riprendere lucidità. Smettere il litigio. Smettere i giochi politici. Lo Stato deve lavorare. Il Parlamento di un Paese in guerra deve lavorare unito. Il governo di un Paese in guerra deve lavorare efficacemente. E tutti noi insieme dobbiamo non dimenticare e non confondere chi oggi è il nemico dell’Ucraina.
Ricordo come nel primo giorno della guerra vari emissari mi portavano diversi piani, punti, c’erano ultimatum riguardo alla fine della guerra. Dicevano: o così, o niente. O firmate questo, oppure vi elimineranno semplicemente e al vostro posto lo firmerà “il facente funzione di Presidente dell’Ucraina”.
Com’è finita è noto. Molti di questi emissari sono diventati parte del fondo scambi e sono stati mandati insieme alle loro proposte e ai loro punti “a casa, nel porto natio”.
Io non ho tradito l’Ucraina allora, sentivo chiaramente alle mie spalle il sostegno di ognuno. Di ognuno di voi. Di ogni ucraino, ucraina, di ogni soldato, ogni volontario, ogni medico, diplomatico, giornalista, di tutto il nostro popolo.
Non abbiamo tradito l’Ucraina allora, non lo faremo ora.
E so con certezza che in questo momento, davvero uno dei più difficili della nostra storia, non sono solo. Che gli ucraini credono nel loro Stato, che siamo uniti. E in tutti i formati dei futuri incontri, discussioni, negoziati con i partner mi sarà molto, molto più facile ottenere una pace dignitosa per noi e convincerli, sapendo al cento per cento questo: che dietro di me c’è il popolo dell’Ucraina. Milioni dei nostri cittadini che hanno dignità, che lottano per la libertà e che hanno meritato la pace. Tutti i nostri eroi caduti, che hanno dato la loro vita per l’Ucraina, che ora sono in cielo e che hanno meritato di vedere da lassù che i loro figli e nipoti vivranno in una pace dignitosa.
E questa pace ci sarà. Dignitosa, efficiente, duratura.
Cari ucraini, la prossima settimana sarà molto difficile, ricca di eventi.
Voi siete un popolo adulto, intelligente, consapevole, che lo ha dimostrato più volte. E che capisce che in questo periodo ci sarà molta pressione – pressione politica, informativa, di ogni tipo. Per indebolirci. Per dividerci. Il nemico non dorme e farà tutto affinché noi non ce la facciamo.
Glielo permetteremo? Non ne abbiamo il diritto. E ce la faremo.
Perché chi vuole distruggerci ci conosce male.
Non capisce chi siamo davvero, cosa siamo, per cosa lottiamo, che persone siamo. Non a caso celebriamo a livello di festa nazionale il Giorno della Dignità e della Libertà. Questo dice chi siamo. Quali sono i nostri valori.
Lavoreremo sul campo diplomatico per la nostra pace. Dobbiamo lavorare uniti dentro il Paese per la nostra pace.
Per la nostra dignità.
Per la nostra libertà.
E credo, e so, di non essere solo. Con me ci sono il nostro popolo, la società, i soldati, i partner, gli alleati, tutti i nostri cittadini. Degni. Liberi. Uniti.
Buon Giorno della Dignità e della Libertà!
Gloria all’Ucraina!