Referendum (meno farlocchi di quelli del 2011) per Milano che verrà

verde pubblico a milano1- Vuoi la messa a disposizione di 25.000 nuovi alloggi in edilizia sociale senza consumo di suolo, riconvertendo o ricostruendo immobili oggi inutilizzati, con la contestuale riqualificazione anche energetica delle case popolari esistenti e il ripristino di condizioni di sicurezza e legalità?
2 – Vuoi la riapertura dei Navigli?
3 – Lo sviluppo di un piano integrato di misure per la mobilità sostenibile, con l’allargamento di Area C, una zona a basse emissioni su tutto il territorio del Comune con divieto di circolazione ai veicoli diesel e ai motorini a 2 tempi, nuove aree pedonali e percorsi ciclabili, la linea 6 della metro, una circle line ferroviaria e l’eliminazione delle barriere architettoniche e sensoriali?
4 – Vuoi una città più verde, con la realizzazione del progetto dei Raggi Verdi, il raddoppio degli spazi verdi e degli alberi e la destinazione a parco pubblico di almeno il 50% dei grandi interventi di trasformazione urbanistica?

Sono i quesiti dei quattro referendum depositati ieri a Palazzo Marino dal dal consigliere dei Radicali,  Marco Cappato, e dall’ex assessore alla mobilità della giunta Moratti, Edoardo Croci.

Tutto nasce dai referendum-burletta del 2011, un’iniziativa soprattutto demagogica, rimasta in gran parte negli applausi ai comizi elettorali e mai approdata alla realtà milanese, anche perché campati in aria dal punto di vista finanziario e posti in modo ipocrita (se la domanda fosse stata sincera, tipo: “vuoi un aumento delle tasse locali per raddoppiare il verde pubblico” quanti avrebbero detto sì?).

Approfittando del nuovo regolamento comunale, che introduce lo strumento referendario propositivo e vincolante, il comitato MilanoSiMuove è tornato ieri alla carica e se riuscirà a raccogliere 15mila firme per ciascun referendum e poi a farli votare dai milanesi,  la nuova giunta avrà l’obbligo di attuare quelli approvati.

Vista la natura vincolante e l’esperienza 2011, il comitato ha avuto la buona idea di definire le possibili coperture economiche, per un totale di circa 2 miliardi.  Stavolta le iniziative non verrebbero quindi finanziate da Pantalone. Oltre ai soliti finanziamenti statali e regionali, le risorse dovrebbero infatti arrivare dalla progressiva privatizzazione di A2a, Sea e Serravalle “favorendo l’azionariato popolare diffuso” (aspetto che susciterà non pochi contrasti), cessione di San Siro e proventi di Area C estesa.

Sarà interessante vedere come le parti in lizza per la conquista di Palazzo Marino si porranno sui diversi temi, visto che in qualche modo i vincitori ci si dovranno confrontare nel corso del prossimo mandato.

 

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