
Litigano. La ristoratrice Nives Monda scatenata contro una famiglia israeliana in vacanza a Napoli, in una bega di retroguardia che avrebbe meritato di passare del tutto inosservata. Ma qui c’è di mezzo Israele, quindi la bega di retroguardia diventa cronaca da prime pagine e coinvolge tutto il carrozzone della politica-spettacolo.
La vicenda non meriterebbe altra attenzione (c’è ben altro antisemitismo di cui occuparsi), se non per riflettere sul – si fa per dire – dibattito che ne è seguito. Impossibile non restare turbati dal numero enorme di persone che hanno ritenuto di prendere spunto dalla querelle napoletana per pontificare su Israele, con la stessa sicumera che molti di loro hanno usato su vaccini, arte bellica, storia dell’Ucraina, geopolitica.
Il “Popolo dei Social”, composto in gran parte da “laureati all’Università della Vita” che non sanno nulla di Israele, di Palestina e di Medio Oriente, non hanno visitato quei luoghi, non ne conoscono la storia, le complessità politiche e umane. Ma esternano con assertività le loro convinzioni basate sulle balle di ByoBlu e Di Battista, nutrite con il cherry picking su Wikipedia, confermate dai talk show dei media di Urbano Cairo, dove fatti e bugie vivono indisturbati sullo stesso piano. È la semplificazione arbitraria della realtà complessa, tipica di chi non sa e non capisce, ma non ammette di non poter esprimere un’opinione.
Ed eccoli – un esempio su tanti – scatenati sul wall Facebook di Fanpage, a lanciare contro il bersaglio di turno (Israele) attacchi “moralmente indignati”, con intransigenza offesa, certi di essere nel giusto. Lo psicoanalista Heinrich Racker coniò per questa attitudine il termine “mania di rimprovero”. Anche Erich Fromm ne parla: «Forse non esiste fenomeno che contenga così tanto sentimento distruttivo come quella “indignazione morale” che permette all’invidia o all’odio di essere agiti sotto le mentite spoglie della virtù».
PS la ristoratrice napoletana, oltre a essere protagonista della sceneggiata, è un esponente di spicco della categoria, una che non rinuncia mai a dire la sua (spesso palesemente imbeccata, come nella citazione di Ilan Pappé, definito “autorità in grado di spiegare la piaga del sionismo”), al punto dall’essersi espressa con atroce sarcasmo perfino sul pogrom del 7 ottobre.
Ma suvvia non è lei che è antisemita, sono loro che sono sionisti. Se lo dice lei c’è da crederci, la Nives dice sempre la verità. Ah, no?