Il Di Maio più studiato che vuole convincermi a non votare PD

Finirò a non votare PD? Non credo, vista la situazione, ma hai visto mai che il verboso post scritto sul mediocre Post dell’antipatico vicedirettore del Post (uno sempre pronto a sottolineare quanto sia bravo, benestante, influente e condiviso, lui) possa convincere qualcuno a non votare PD.


E’ ovviamente un’emozione del momento la mia, che poi mi basta pensare a Berlusconi, Salvini, Di Maio, Meloni, D’Alema e compagnia brutta per riassestare le certezze.

Ma il timore è che se quella sbrodolata lì fa questo effetto a me che sono molto solido nelle mie convinzioni (soprattutto grazie a Berlusconi, Salvini, Di Maio, Meloni, D’Alema e compagnia brutta), quale effetto potrebbe fare ai tanti dubbiosi, in forse, insicuri? Intendo quelli che potrebbero votare PD spinti dal buon senso, ma ne trovano insopportabili i ranghi, come questo opinionista dalla nascita, un “quasi-Di-Maio” appena più studiato e serioso, subito aggregato a potere e benessere come tanti (troppi) figli di, mariti di o anche semplicemente servitori devoti di?

Ecco. Magari qualcuno vicino a Palazzo potrebbe sussurrare a orecchie influenti che bisogna smetterla con i cerchi magici e la retorica da quattro soldi, che magari compiace chi ne è coinvolto, ma certo non convince chi sta fuori. E hai visto mai che addirittura non smonti qualcuno più insofferente di me a cotanta spocchia (ma fatti una risata una fottuta volta, no?).

Il 4 marzo ogni voto conta e questi campioni senza valore farebbero bene a restare ai margini, anziché mettersi in evidenza. Non perché mi stiano sui coglioni (questo non l’ho mai visto, semplicemente non ho mai trovato significativa una sola dei milioni di pompose righe con cui ha allagato la Rete), ma perché uno così  rischia di convincere qualcuno a non votare PD.

Oggi il peggio è alle porte, ogni voto conta e sicuramente questo qui di voti non ne porta. Certo piace a quelli della sua parrocchia, ma non alle persone fuori-le-mura. Sapevatelo e regolatevi.