Criticare Beppe Sala e il dito che indica la fogna

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Criticare Beppe Sala è lo sport quotidiano di tante persone presunte di sinistra, che ci provano un gran gusto a metterlo in croce per l’errore #milanononsiferma, per aver espresso un’opinione (oggettivamente criticabile) sull’ipotesi “covid-tax” o per il diavolo a quattro. Ho espresso la mia opinione su questo vezzo in un thread sul wall del mio amico Lucio Picci, lo salvo qui (con un minimo di editing), così la prossima volta (perché ci sarà una prossima volta, ce ne saranno molte) sarà già pronto

Beppe Sala è il miglior sindaco di centrosinistra nella storia della Milano repubblicana (uno potrebbe anche dire “il meno peggio”, va bene lo stesso).
Ovviamente non è esente da errori, a volte si lascia un attimo trascinare e dice una fesseria (a chi non capita). Però poi, a differenza di quegli altri, lui lo ammette, perché è tutto tranne che un fesso o uno in malafede.
Ma se si vuole dare un giudizio su di lui non si può non fare il confronto con ciò che di alternativo ha messo a disposizione dei milanesi la politica nel tempo. E non parlo solo della destra – al limite dell’osceno se non del criminale -, ma anche del nostro centrosinistra, che ci ha portato a votare proposte politiche come Bruno Ferrante (abbiamo poi visto di che pasta fosse) o Giuliano Pisapia (tanto per bene quanto inadatto al ruolo). Un ruolo che Sala oggi sta svolgendo meglio di quanto molti (incluso chi scrive) si aspettassero.
Chiudo citando Regione Lombardia, dove l’elettorato di lemming puzza al naso che si professa “di sinistra” ha bloccato Gori, aprendo la strada ai disgraziati pupazzi di Salvini che hanno messo la nostra terra in questo disastro.
In sintesi: stare a fare le pulci a Sala oggi per aver condiviso un hashtag infelice (quando lo facevano più o meno tutti) o una frasetta azzardata sulle tasse è proprio il classico concentrarsi sul dito e non vedere la fogna colma di letame che quel dito prova a indicarci perché non ci caschiamo dentro. Il dito non sa che la sinistra è piena di gente che ha bisogno di sguazzare nel letame per sentirsi pulita.