Le auto preferite dalle TST-D-CZZ™

Cafoni al volante

Le TST-D-CZZ™ al volante, si sa, sono pericolose, perché oltre a mettere a repentaglio la loro inutile vita, fanno correre seri rischi anche alle persone intelligenti (ISTAT: nel 2021 ci sono stati 2,7 morti al giorno in Italia tra ciclisti e pedoni, ammazzati da guidatori che procedevano violando la legge). Imparare a riconoscere le TST-D-CZZ™ dall’auto che guidano può fare la differenza tra andare a sbattere assieme a loro o scalfarla. Questo elenco delle auto predilette dalle TST-D-CZZ™ potrebbe salvarti la pelle.

NdA: Questa riflessione è nata a dicembre 2017 e viene aggiornata ciclicamente, aggiungendo nuovi modelli, note, considerazioni e link.

Qualcuno ha scritto su un wall di ambientalisti duri e puri: «quelli che guidano l’auto in città sono delle TST-D-CZZ™». È una lettura estrema del problema, ma è certo che tra chi guida in città anche se potrebbe farne a meno la percentuale di cafoni (che poi è un modo meno sgradevole per dire “TST-D-CZZ™”) è ampiamente superiore alla media di cafoni nella popolazione.

AudiAudi Q7

L’Audi è auto preferita dalle TST-D-CZZ™, senza ombra di dubbio. Ci saranno anche persone di buon senso che la comprano, ma è certo che se sei una TST-D-CZZ™ (o peggio un criminale) un’Audi nera o canna di fucile, col frontale aggressivo e più di 300 cavalli è all’apice delle tue aspirazioni. Alla faccia di un passato glorioso (l’Audi Quattro dell’epoca 1980-1991 è una delle più affascinanti e innovative berline della storia), oggi Audi è fornitrice ufficiale e indiscussa di TST-D-CZZ™, cafoni e prepotenti (arrivano a dirlo perfino i lettori di Quattroruote).
Non passa chilometro di autostrada senza che te ne arrivi una nel culo mentre procedi in colonna a velocità Autovelox-safe (136 km/h) e ragionevole distanza di sicurezza da quello davanti. Lampeggia forsennatamente, ti si incolla come fosse sul rettilineo delle Hunaudières a Le Mans e se lampeggi con gli stop per suggerire un comportamento più sensato ti passa a destra facendo gestacci, come se quello che se ne fotte di regole e buon senso fossi tu e non lui. Il tutto per rimettersi in fila 30 metri avanti e rifare lo stesso teatrino con il successivo malcapitato. Arriverà quattro minuti prima di te, con l’adrenalina oltre i limiti, sempre che non vada nel fosso, come ogni persona sana di mente auspica. E ovviamente gli audisti sono i più solerti a parcheggiare le loro turbodiesel negli spazi riservati alla ricarica delle elettriche. Ecco un campione ed eccone un altro. Il Re del Mondo sarà ovviamente inflessibile con i proprietari di questi cassoni insensati.

Edit novembre 2023: episodio accaduto al mio amico Marco Mazzei.

BMW

BMW X7Valgono le stesse considerazioni fatte per l’Audi. Purtroppo non sono più i tempi dei gentleman al volante della BMW Z3, oggi le BMW anabolizzate sono l’alternativa alle Audi per TST-D-CZZ™, cafoni e criminali del volante.

Alfa Romeo Giulia e Stelvio

alfa romeo giulia e stelvio

Spiace dirlo, ma il nome storico Giulia scelto per riportare il marchio del Biscione ai fasti di un tempo ha scatenato gli appetiti dei cafoni, dando loro un’alternativa valida all’Audi station wagon. Sarà il frontale aggressivo, chiaramento progettato per scassare la pace di chi guida per viaggiare e non per partecipare a una roulette russa su gomme, ma se una non-Audi ti arriva nel culo sfarfallando gli abbaglianti quando vai ai fatidici 136, come se limite di velocità e buonsenso fossero optional, probabilmente è un di queste Alfa. Un punto di cafonaggine in più per la versione Quadrifoglio da 500 assurdi cavali. Queste considerazioni valgono anche per la cugina sotto steroidi della Giulia, il SUV cafonissimo “Stelvio”, altro mezzo preferito dalle TST-D-CZZ™ al volante, quasi alla pari delle Audi Q.

Range Rover Evoque e non solo

range rover evoque
Per decenni la Rover ha fornito alla Regina Elisabetta la nobile P5, una delle vetture inglesi più eleganti della storia, macchina di classe immensa, ben di più nobile delle (cafonissime, anche se non quanto oggi) Rolls Royce e Bentley. Purtroppo la nuova proprietà di Rover ha riposizionato il brand per renderlo appetibile a TST-D-CZZ™ e cafoni. O – nel caso della Evoque – alle cafone. Già, perché se la Range Rover Vogue e Sport sono appannaggio di TST-D-CZZ™ e cafoni di sesso machile, la Evoque è una delle vetture più amate dalle consorti, le signore cafone-benestanti, mechate, botulinate, siliconate, ingioiellate, leopardate, indaffarate a trasportare i figli biondi tra scuola, piscina e judo, sempre su percorsi urbani di poche centinaia di metri. Parcheggia sempre a muso in avanti, preferibilmente su strisce, passi carrai, posti per disabili o in curva, se possibile bloccando il tram. Non sa fare retromarcia e non ha capito che se per dire le sue cose inutili nel telefonino alle amiche o all’amante usasse il vivavoce (di serie nella Evoque) rischierebbe di ammazzare un pedone in meno.

Porsche Cayenne

Porsche Cayenne
Qui si consuma un importante conflitto. Da un lato c’è il brand Porsche legato a vetture sportive di gran razza, non particolarmente amate dal TST-D-CZZ™ e cafoni arricchiti dell’ultima ora, che in genere scelgono mezzi più vistosi. Dall’altro lato c’è che – ahinoi –  inventando il SUV “sportivo” (un osceno controsenso) la casa di Stoccarda si è svenduta al mercato per raccattare fatturato da un pubblico storicamente non suo. E in effetti la (anzi “il”, come dicono i cafoni) Cayenne è l’archetipo del mezzo per chi vuole avere una Porsche senza rinunciare al motore a nafta (magnificandone i consumi, «con un pieno faccio almeno 74.583 km!», ma cosa CZZ™ ti compri la Porsche a fare?) e al carico di bambini, cani, salvagenti, slittini e lattine d’olio per andare su-giù tra Lerici e Courmayeur. In autostrada il cafone in Cayenne arriva come da regola a 195 all’ora culo con lampeggio, in città parcheggia ovunque grazie all’altezza che non teme aiuole (perché i SUV si comprano per parcheggiare sui giardinetti di piazza Zavattari, mica per i raid nel deserto). Penso alla immortale, magnifica Carrera 964, poi guardo uno di queste carriole troppo cresciute e mi viene il magone.

Lamborghini

Lamborghini nero opaco
Qui siamo ai vertici. In commercio ci sono auto sportive fantastiche: Porsche, Ferrari, McLaren, Aston Martin, Lotus. Macché, il cafone pensa (si fa per dire) che solo la Lamborghini  (la supercar più inutile e cafona della storia, che della gloriosa Miura di Re Ferruccio porta indegnamente il cognome) possa mostrare con chiarezza che lui c’ha più soldi e pisello di tutti (che poi magari mangia pane e lattuga per mantenerla e si cala tonnellate di Viagra per rizzarlo). Questa sostituzione di virilità si esplica facendo rombare il ferro da stiro (rigorosamente nero opaco o verde fluo) nelle vie del centro Milano, con l’unico scopo di battere il record di percorrenza Corso Matteotti – piazza Meda, semaforo-semaforo, 245 metri di brivido (soprattutto per chi cammina nei paraggi).  Il ferro da stiro ovviamente si parcheggia accazzo in via Montenapoleone per portare l’amante coi labbroni a fare (window) shopping. Dimenticavo: in genere la TST-D-CZZ™ in Lambo non ha la capacità per condurre una macchina del genere, non ha fatto corsi di guida veloce, prove in pista, niente, ha solo staccato un assegno. Quindi da vera TST-D-CZZ™ (e sfigato) gli capita spesso di perdere il controllo del suo coso e schiantarsi contro un palo, tra gli applausi degli astanti, come si può vedere qui.

Mini

Mini Cooper diesel
La vera Mini è stata una delle macchine più geniali della storia, al pari della Fiat 500 di Valletta e Giacosa. Oggi, completamente stravolta, è diventata lo strumento preferito di TST-D-CZZ™ e cafoni, che grazie a questa caricatura postmoderna del capolavoro di Issigonis può far finta di avere una macchinetta per scelta, non perché non c’ha i soldi per comprarsene una di lusso. Ne millanta pregi inesistenti, consumi minimi, brillantezza, confort, capienza, eccetera, spesso buttando lì che “da quando ha la Mini non usa altro”, in modo che l’interlocutore pensi che nel box ha una Porsche Speedster. Niente di tutto questo, quasi sempre ha solo la Mini, la paga a rate e ha ovviamente scelto la variante Cooper diesel, il peggio del voglio e non posso. Ovviamente in autostrada deve sfogare le sue frustrazioni immaginando di essere davvero al volante della Speedster (che poi in genere quelli con la Speedster guidano decentemente, visto che non devono dimostrare niente a nessuno).

Fiat 500 Abarth

500 abarth
Le Fiat Abarth derivate dalla 500 (quelle vere, biciclindriche, trazione posteriore, anni ’60 e 70) non erano mezzi di trasporto, ma un pezzo di storia e gloria dell’Italia, l’espressione motorizzata di un’individualità sovversiva nei confronti della società ingessata del Dopoguerra. Ognuno se le faceva come gli pareva: per alcuni bastava uno sticker con lo scorpione, altri ci spendevano un anno di stipendio per abbassare la testa, cambiare marmitte e carburatori, saldare prese d’aria al cofano, montare il volante Nardi in noce e dipingere la striscia rosso corsa. Non ce n’erano due uguali, incluse quelle che uscivano dall’atelier del signor Carlo, quindi era “esclusiva”, ma per davvero.
Quella di oggi emette un rutto artificiale grazie a marmitte che tentano (senza riuscirci) di produrre il canto del vecchio bicilindrico. Non a caso finisce in mano a TST-D-CZZ™ e cafoni “voglio e non posso”, convinti di possedere un oggetto “esclusivo” che in realtà “esclude” solo le persone che hanno il buon senso di comprarsi una macchina vera e se vogliono correre vanno in pista. Il cafone non si rende conto di essersi svenato per avere una utilitaria qualunque, solo un po’ più rumorosa, con una presa d’aria inutile e qualche ammennicolo posticcio al modico supplemento di 15 mila o più euro. Anche qui il colore opaco vale un punto extra nella scala delle TST-D-CZZ™. Verso il basso.

Scooterone e Harley

scooter Akrapovic
I mezzi privilegiati da TST-D-CZZ™ e cafoni in sella sono scooterone e Harley Davidson. Lo scooterone è un mezzo senza senso, giustamente disprezzato dai motociclisti veri, un coso che fa un rumore odioso bra-bra-bra e va troppo forte in relazione alla ciclistica e alle capacità medie di chi lo compra. TST-D-CZZ™ e cafoni in scooterone sono spesso sovrappeso, stressatissimi se non fatti di coca, seduti come sul cesso a gambe avanti e schiena curva, hanno il casco col microfono tipo pilota d’aereo e telefonano costantemente, facendo al contempo bra-bra-bra al semaforo con il piede sul freno, per partire spalancando il gas a polso piegato. Al primo imprevisto perdono il controllo e vanno a sbattere, spesso coinvolgendo persone che non c’entrano nulla. L’elaborazione con la marmitta Akrapovic è un gesto di inciviltà estremo che andrebbe punito a randellate, perché trasforma il bra-bra-bra in un BRA-BRA-BRA ancora più odioso, senza aggiungere una virgola alle prestazioni.

Delle Harley si è già detto più volte: non basta cambiare la marmitta a una moto insensata per trasformarla in una moto con un senso. La Harley smarmittata resta una moto insensata che OLTRETUTTO fa un inutile e odioso casino, confermando che il tizio che la cavalca è una TST-D-CZZ™  che “può accompagnare solo“.

La TST-D-CZZ™ che lavora in Mercedes Vito

Mercedes vito
Se tra gli italiani al volante di un’auto TST-D-CZZ™ e cafoni abbondano, tra i furgonisti sono quasi la totalità. Protetti dalla scusa ufficiale italiana per fottersene delle regole («coglione, non vedi che sto lavorando?») guidano in un mondo ideale in cui loro possono fare qualunque stronzata e tutti gli altri sono dei cagacazzi che fanno perdere tempo a chi lavora. La grande maggioranza delle TST-D-CZZ™ in furgone sta su un Mercedes Vito, una cassa da morto a ruote che può andare molto più forte del ragionevole. In autostrada le TST-D-CZZ™ in Vito si piazzano in corsia di sorpasso e non vogliono rallentare a nessun costo (il Vito è pesantissimo e se rallenti poi ci impiega un po’ a riprendere velocità), quindi se vai a qualunque velocità anche di poco inferiore alla sua ti arriva in culo con rabbia (secondo la TST-D-CZZ™ in Vito tenere la distanza di sicurezza è “da froci”, quindi non lo riguarda). Il problema del Vito guidato da un cafone è che se tu hai un’auto da persona normale il suo peso è il doppio del tuo, gli spazi di frenata il doppio dei tuoi, l’ABS non vale il tuo. In più la TST-D-CZZ™ in Vito guida da ore, quindi i suoi riflessi sono appannati, se non distorti da alcol o cocaina. Il risultato è che se devi fare una frenata di emergenza e hai dietro un Vito assatanato tanto vale che ti butti direttamente sul prato, almeno non ti prendi nel culo le cinque tonnellate + un pirla e/o cafone.

Link utili

In attesa di entrare in graduatoria

antonio di fazio e le auto da cafone

Gli italiani in auto cafoni cambiano auto più frequentemente delle persone normali, sia perché in genere non sono interessati ai temi ambientali, ma anche a causa del noto transfert di virilità. Le case costruttrici devono solleticarli per battere la concorrenza, a volte riposizionandosi su linee guida di cafonaggine. Ecco alcuni brand in pole position per entrare a pieno titolo tra i produttori di auto da cafone.

  • Tesla
  • Maserati
  • Bentley
  • Smart (da anni in lizza per entrare in classifica senza riuscirci)

Cafoni con auto non da cafone

Subaru XV e-boxer

Ci sono auto sensate, moderne, efficienti. Ce ne sono di emozionanti e di civili. Di immodeste e di elegantemente sborone. Ci sono le auto classiche, alcune delle quali sono capolavori del loro tempo. In genere tutte queste auto vengono acquistate e guidate da persone che mantengono il buon senso anche quando sono al volante, ma può anche capitare che un cafone se ne compri una. Facciamocene una ragione e prendiamocela con lui e non con l’auto, perché tutto sommato nessuna auto ha colpe (neppure l’Audi anabolizzata), perché se la lasci ferma o la guidi con criterio non fa danno. Le stronzate le fa solo quando al volante c’è chi gliele fa fare, cioè un cafone.